La situazione in Libia è sempre più caotica ed esplosiva. E, a questo punto, non è azzardato o allarmistico parlare di guerra. I miliziani agli ordini del generale Khalifa Haftar hanno dichiarato di avanzare verso Tripoli e hanno schierato missili Grad a circa 80 km - in linea d'aria - dalla capitale. Per motivi di sicurezza, domani lunedì 8 aprile, tutte le scuole rimarranno chiuse ed il contingente americano sta lasciando il Paese.

Raid aerei

Gli scontri nel Paese nordafricano non si fermano ed il quadro si è fatto imprevedibile. Le forze del generale Khalifa Haftar si sono schierate con missili "Grad" a due passi da Tripoli (a Garian) e, secondo quanto riferito da alcuni siti locali, avrebbero già fatto delle vittime: ieri sera, a Wadi el Rabie, infatti, sarebbe morta una donna.

L'emittente Libya Alahrar Tv, su Twitter, ha anche pubblicato un video che riprende il momento del lancio.

Lo stesso account ha comunicato che il contingente del governo nazionale, comandato da Fayez al-Sarraj, ha organizzato un attacco aereo nella zona dell'aeroporto internazionale (che ricordiamo è chiuso dal 2014) e a Wadi Rabea. In questo caso, per ora, non ci sono state vittime.

Vulcano di rabbia

Per il presidente riconosciuto dall'Onu, il generale Haftar (l'uomo forte della Cirenaica), con l'offensiva militare lanciata verso Tripoli, ha tradito e, per questo, ha promesso: "Reagiremo con fermezza".

Sarraj, ha anche puntato il dito contro il presidente francese, Emmanuel Macron, colpevole di sostenere la brigata del generale Haftar (e di avergli dato "la luce verde" per la sua marcia verso Tripoli).

Il colonnello Mohamed Gounonou, portavoce delle forze armate del governo di accordo nazionale, ha annunciato l'inizio della controffensiva denominata "Vulcano di rabbia" avente come obiettivo quello di "ripulire tutte le città dagli aggressori e da tutte le forze illegittime" (ossia gli uomini del generale Khalifa Haftar).

Il colonnello Gounonou ha poi aggiunto che la Libia è uno Stato civile e tale rimarrà: l'esercito garantirà la sicurezza e proteggerà la popolazione.

Gli americani se ne vanno

Il Comando militare americano in Libia, in un comunicato, ha annunciato che si sta muovendo per riorganizzare la presenza dei propri uomini nello Stato nordafricano e ha precisato di aver richiamato un contingente.

Il generale dei Marine Thomas Waldhauser ha aggiunto: "La sicurezza sta diventando sempre più imprevedibile e complicata. Comunque, il Comando continuerà a monitorare quanto accade e rimarrà impegnato affinché la Libia recuperi stabilità e sicurezza".

La situazione preoccupa non solo le cancellerie americane, ma anche quelle europee. L'Onu ha chiesto la cessazione delle ostilità e ha lanciato un appello urgente chiedendo una tregua provvisoria di due ore al fine di evacuare i civili ed eventuali feriti.