Ieri alle 15, in diretta video nonché in 6 conferenze stampa svoltesi contemporaneamente a Santiago del Cile, Taipei, Tokyo, Shangai, Washington e Bruxelles, è stata mostrata al mondo la prima immagine di un buco nero nella galassia M87, a 55 milioni di anni luce dalla Terra.

Dopo un secolo di diatribe tra astrofisici e astronomi sulla sua esistenza, nonostante l'annuncio al mondo di Albert Einstein che lo descriveva quasi compiutamente nella sua "Teoria della Relatività Generale" facendolo scaturire magicamente da calcoli misteriosi sulle sue sterminate lavagne, ora è una realtà indiscutibile anche per l'uomo della strada.

Queste speculazioni matematiche, così folli eppure così accurate, sono state riprese ed elaborate da un gruppo di scienziati grazie ai quali si è approdati alle conoscenze attuali: Schwarzschild, Wheeler, Kerr e Hawking.

La prima foto che immortala il buco nero è stata pubblicata dal gruppo di ricerca dell'Event Horizon Telescope cui l'Italia ha partecipato con l'Istituto Nazionale di Astrofisica e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare giocando un ruolo cruciale in tutta la vicenda (quando ci mettiamo di buzzo buono...) e sembra un immenso occhio nel cuore dell'Universo.

Addio (o quasi) alla gravità di Newton

I buchi neri, per i non scienziati curiosi di interessanti astrusità, sono una regione spazio-tempo con un campo gravitazionale così intenso da non lasciarsi sfuggire nulla all'interno, come una enorme calamita di materia "risucchiata" per contrazione su se stessa - la contrazione può riguardare una stella oppure una galassia nella sua parte centrale quando è in fase di formazione: in quest'ultimo caso si parla di buchi neri supermassivi.

La loro massa è talmente pesante da sfondare (termine poco scientifico ma efficace) la gracile superficie su cui poggiano al punto di precipitare in una sorta di pozzo spaziale, unico rifugio per una materia che trascina con sé anche la luce.

Più ci si allontana dal centro gravitazionale di un buco nero e più il campo gravitazionale si comporta come quello di un qualsiasi corpo dotato di massa: è quindi possibile, ad esempio, gravitare intorno ad esso esattamente come fosse un pianeta e, proprio come un pianeta, egli è in grado di ruotare su sé stesso.

E' quindi chiaro, a questo punto, come una simile teoria abbia inevitabilmente "smontato" la legge sulla forza di gravità di Newton. Sintomo anch'esso dei tempi che cambiano, contenuto in una teoria che appunto parla di Relatività, concetto che suscita immagini fluide e in divenire, una domanda è a questo punto d'obbligo: il buco nero è l'occhio del Grande Fratello che dal cielo ci osserva ed elabora i dati da un immenso computer o è l'occhio di Dio che guarda i suoi figli sempre più confusi e affannati?

Messaggio ai naviganti del pianeta: anche il buio più assoluto accoglie in sé una scintilla di luce.