Negli ultimi giorni la Libia è teatro di una vera e propria spirale di tensione che tiene col fiato sospeso l'intera area mediterranea. È chiaro, infatti, che se la situazione precipitasse (ipotesi per nulla remota, allo stato), questo avrebbe grandi ripercussioni non solo sul continente africano, ma anche e soprattutto su quello europeo. Intanto le milizie di Haftar sono ormai a pochi km da Tripoli.

Come si è arrivati alla situazione di conflitto attuale

Uno dei pochi dati certi dell'intera vicenda libica è la una situazione critica che rischia di trascinare Tripoli in una guerra civile, ma i veri motivi che hanno spinto Haftar all'azione militare, restano per lo più un mistero.

Infatti, fino a qualche settimana fa, il maresciallo libico sembrava disposto a confrontarsi con il premier del Governo di Unità Nazionale, Fayez al-Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale. A conferma di ciò basti ricordare l'accordo di fine febbraio che prevedeva l'indizione di nuove elezioni al fine di non lacerare ulteriormente le varie "anime" della Libia e di raggiungere la pacificazione nazionale.

L'assalto all'aeroporto di Tripoli

Tutto è precipitato nel pomeriggio di venerdì 5 aprile, quando l'Esercito nazionale libico guidato dal maresciallo Haftar ha deciso di andare allo scontro con il Governo di Unità Nazionale e lo ha fatto prendendo il controllo dell'aeroporto di Tripoli.

Controverse le notizie delle ore successive: fonti governative hanno infatti reso noto che l'esercito regolare è riuscito a riprendere il controllo dell'aeroscalo della capitale ed a rallentare l'avanzata del più volte richiamato comandante delle forze armate. Notizie che, però, sono state smentite dalla controparte.

Ovviamente è ancora presto per capire quali saranno gli sviluppi della situazione e, per precauzione, l'Eni ha deciso di far evacuare i suoi dipendenti dai siti di estrazione libici.

L'impegno internazionale per evitare il caos in Libia

Di fronte al citato quadro, il Segretario Generale dell Nazioni Unite Guterres ha deciso di recarsi a Bengasi, con lo scopo dichiarato di tentare di evitare l'escalation militare e di convincere Haftar ad affidarsi nuovamente alla via diplomatica per dialogare col Governo di Tripoli.

Nel frattempo, il Regno Unito ha spinto per una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che si è svolta nel pomeriggio del 6 aprile e durante la quale l'inviato speciale Salamé ha fatto il punto della situazione. Le prossime ore, dunque, restano di grande incertezza per i possibili esiti della delicata situazione libica: da un lato vi è la possibile ritirata delle truppe del maresciallo Haftar in favore della via della diplomazia, dall'altra la scelta dello stesso di andare allo scontro finale con le forze fedeli ad al-Sarraj. Attualmente, però, è da registrare la scelta di quest'ultimo di reagire con forza ai disordini generati dall'iniziativa armata del maresciallo libico.