Pochi giorni fa è stato un anniversario molto importante nel mondo della musica: il 5 aprile infatti sono trascorsi esattamente 25 anni dalla scomparsa di Kurt Cobain, frontman dei Nirvana, e simbolo di una generazione. Intervistato dal The Independent, l'ex manager Danny Goldberg continua a ricordare alcuni momenti della vita del cantante, escludendo le teorie sull'omicidio di Kurt, che negli anni si sono susseguite con molta insistenza.
Suicidio
Della morte di Kurt Cobain si continua a parlare anche dopo la sua tragica scomparsa: spesso però, oltre alla perdita, viene esclusa l'ipotesi del suicidio.
La stampa e i blog, spesso con pochi elementi in mano, hanno continuato nel corso degli anni a far circolare notizie poco documentate su un improbabile omicidio di Kurt Cobain.
Spesso anche la moglie Courtney Love è stata additata come una possibile mandante della morte del marito. Ma sono soltanto speculazioni senza elementi oggettivi, ed è quello che sostiene anche l'ex manager dei Nirvana, Danny Goldberg, autore della biografia Serving the servant. Ricordando Kurt Cobain, uscita da poco anche in Italia.
Goldberg ha ribadito il concetto anche in una recente intervista al The Independent: "Parlai con lui al telefono l'ultima volta in cui l'ho sentito" ha detto Goldberg. "Non riuscivo a sollevarlo dalla sua depressione, non ero in grado di tirarlo su di morale o di fargli sentire che c'era speranza.
Speravo solo che la droga fosse uscita dal suo modo di vivere".
E, commentando le ipotesi riguardanti l'omicidio del cantante ha detto: "È ridicolo. Si è ucciso. Era depresso, l'ho visto la settimana prima. Ha provato a suicidarsi sei settimane prima, aveva parlato e scritto molto sul suicidio, era drogato, aveva una pistola.
Perché le persone speculano a riguardo? La tragedia della perdita è così enorme che la gente cerca altre spiegazioni. Non credo che ci sia del vero".
Carriera solista di Kurt
La notorietà e il grande successo raggiunti con la sua band, i Nirvana, e il non riuscire a sopportare il fatto di essere un punto di riferimento per molti giovani, hanno causato non poche ripercussioni nella vita e nella carriera di Kurt Cobain.
Nella stessa intervista Goldberg ha raccontato del suo tentativo di intraprendere un percorso come solista.
Il manager ricorda che lo stesso Cobain gli aveva chiesto se fosse in grado di avviare un percorso parallelo a quello dei Nirvana. Goldberg prese iniziativa e riuscì ad organizzare un contratto con il regista Michael Stipe, acquistando anche il biglietto aereo, ma Kurt non si presentò mai. Secondo l'ex manager, Kurt "avrebbe trovato diversi modi per potersi esprimere, a volte con la band e, a volte, no."