Nuova protesta anti nomadi a Roma, questa volta a Casal Bruciato. Dopo Torre Maura ora è un'altra periferia a far sentire la sua voce. Molti residenti del quartiere sono scesi in strada a manifestare, spalleggiati da Casapound, contro l'assegnazione di un alloggio di edilizia popolare a una famiglia rom nel quartiere.

La protesta dei residenti contro i nomadi

Tra i palazzoni di Casal Bruciato, ieri, sono sventolati tanti tricolori portati dai residenti. Tutti uniti per chiedere alla giunta Raggi il diritto alla casa. Mentre la ragazza Noemi, una giovane mamma italiana che aveva occupato un appartamento nel quartiere, a via Facchinetti, è stata sfrattata e si prepara a passare la prima notte nella tenda.

Nel frattempo, però, l'alloggio è stato assegnato a una famiglia rom.

Il tutto ha avuto inizio un giorno prima, quando si è saputo che al sesto piano del palazzo del quartiere un alloggio era stato assegnato a una famiglia di nomadi. Tanto è bastato per trasformare anche questa periferia in stile Torre Maura: una reazione spontanea, con delusione e rabbia, ha spinto i residenti anche a gesti quasi di guerriglia, come quello di formare una barricata con i cassonetti. Anche in questo caso i residenti hanno vinto, la famiglia di nomadi ha rinunciato all'alloggio popolare. Qualche ora dopo, al loro posto, è entrata Noemi ma purtroppo la speranza di un tetto sopra la testa è durata poco: all'arrivo delle forze dell'ordine ha dovuto lasciare l'appartamento con la paura che le togliessero il bambino.

La donna, ora, è sistemata in una tenda di colore verde sistemata nel giardino del condominio di via Facchinetti. "L'alloggio lo devono dare a lei e non ai nomadi" urlano i residenti, fortemente determinati a restare al suo fianco fino a quando non otterranno quanto chiesto. Il coordinatore di zona, del quartiere, Fabrizio Montanini, ha avvertito: "Se non vogliono che scoppiano altre rivolte diano la casa a Noemi".

L'assessore al Patrimonio del comune di Roma, però, ha fatto sapere che le assegnazioni degli alloggi vengono effettuati esclusivamente in base alle graduatorie, alla disponibilità ed escludendo qualsiasi tipo di discriminazione religiosa, di etnia o di credo.

Casapound appoggia la protesta

Casapound, che ha appoggiato sia la protesta di Torre Maura e ora di Casal Bruciato, sottolinea che la protesta non ha nulla a che vedere con il razzismo o il fascismo.

Davide Di Stefano, fratello di Simone e dirigente nazionale di Casapound, ha sposato in pieno le ragioni dei residenti. Di Stefano ha ribadito che il concetto che la protesta ha poco a che fare con la condizione economica dei protestanti: "Protesterebbero anche ai Parioli se si ritrovassero 10 rom sul pianerottolo". Il problema rom, sottolinea il dirigente della tartaruga frecciata, viene sempre scaricato sui quartieri popolari e mai nel centro città. A Torre Maura, Casapound, si è definita "Il sindacato del popolo".