Il fatto è avvenuto martedì scorso, ma soltanto in questi giorni sta diventando virale in tutto il mondo. L'esercito indiano ha dichiarato su Twitter si aver trovato le impronte dell'abominevole 'uomo delle nevi', lo Yeti. Ha anche postato una foto di quelle che sembrano orme di un grande primate. La CNN e altri importanti giornali stanno chiedendo maggiori informazioni al riguardo, mentre gli scienziati invitano alla cautela.
Una foto di quelle che sembrano le orme dello Yeti
A postare la foto è stata la Direzione Generale per l'Informazione Pubblica dell'Esercito Indiano, dunque la provenienza dell'immagine è del tutto ufficiale.
Nel post si legge: "Per la prima volta, una squadra di spedizione montana dell'esercito indiano ha trovato misteriose orme della mitica bestia Yeti".
Queste orme sarebbero state avvistate il 9 aprile nei pressi del campo base di Makalu, una zona montagnosa tra Nepal e Tibet. Hanno una dimensione che oscilla tra 32 e 15 pollici, il che vale a dire tra 81 e 38 centimetri. Immediatamente sui social si è scatenata una serie di teorie e risposte, che vanno dall'entusiasmo per la presunta scoperta al rimprovero nei confronti dei militari per la diffusione di teorie "non scientifiche".
Al momento l'esercito l'indiano non ha ancora fornito ulteriori prove del suo ritrovamento. La CNN aveva inoltre richiesto maggiori dati e valutazioni, ma sino ad ora non ha ricevuto nulla.
Il mito dello Yeti: 'l'abominevole uomo delle nevi'
Nei miti del Nepal lo Yeti (chiamato in occidente "abominevole uomo delle nevi") è una creatura simile a un gorilla, ma più alta di un essere umano, che abiterebbe le zone dell'Himalaya. L'esistenza effettiva di un simile animale non è mai stata dimostrata, ma nel corso del tempo ha attratto l'attenzione anche di famosi naturalisti, come il britannico Sir David Attenborough.
Gli studi più accurati al riguardo si sono tenuti nel 2017, quando sono stati analizzati una serie di campioni considerati dello Yeti, secondo alcune storie e leggende. Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista) nessuno di questi si è rivelato parte di animali sconosciuti. I campioni biologici erano 24 (ossa, pelle, feci e peli) e Charlotte Lindqvist e il suo team li hanno analizzati.
Il risultato è stato abbastanza deludente.
Alcuni di questi campioni, infatti, si è scoperto che provenivano da un orso bruno himalayano e da un orso nero. Un dente proveniva invece da un animale della famiglia dei cani. La zampa dello "Yeti" conservata in un monastero locale proveniva da un orso nero. Un altro osso tenuto come una reliquia monastica proveniva da un orso bruno tibetano.
Le prove della sua esistenza, insomma, al momento sono davvero labili. Lo Yeti divenne parte delle tradizioni locali circa 350 anni fa, quando un santone di nome Sangwa Dorje si stabilì in una grotta vicina al remoto villaggio di Pangboche. Secondo la leggenda, si fece aiutare appunto dagli Yeti nella sua vita da eremita.
In occidente, invece, il mito dell'Uomo delle nevi è esploso quando l'esploratore britannico Eric Shipton scattò una foto a ovest del Monte Everest, nel 1951. In essa, come avvenuto ora all'esercito indiano, si scorgeva quella che sembrava una grande impronta di primate.