E' un vero e proprio giallo la morte di David Solazzo, il cooperante fiorentino di 31 anni ritrovato senza vita mercoledì 1° maggio nel suo appartamento sull'Isola di Fogo (Capo Verde). Il giovane è morto dissanguato e gli inquirenti propendono per l'incidente domestico: si sarebbe ferito da solo. I genitori e la sorella, però, considerano improbabile questa ipotesi.

La morte per dissanguamento

David, agronomo esperto, era arrivato sull'isola di Fogo lo scorso novembre. Era esperto di missioni e, in passato, era stato anche in Angola. A Capo Verde stava seguendo un progetto per la Cospe (una Onlus con sede a Firenze) e stava aiutando i contadini del posto a sviluppare una forma di turismo eco-sostenibile.

La mattina del primo maggio è stato ritrovato morto dissanguato nella sua abitazione di Sao Filipe (dove viveva da solo). Era in bagno, in una pozza di sangue. I primi risultati dell'autopsia hanno evidenziato tre ferite profonde, tutte sul braccio destro. Come se le sia procurate, però, è un vero mistero. La sorella di David, Alessandra, ha precisato: "Dalle frammentarie e non esaustive informazioni che abbiamo ricevuto sembra che la causa del decesso sia un'emorragia da taglio di cui, però, per il momento non sembra risultare comprensibile né l'origine né la causa":

Il giovane, la sera prima, era rientrato tardi: con un'altra cooperante della stessa Onlus aveva partecipato ad una grande festa locale.

I due, che vivono a poche centinaia di metri di distanza, si sarebbero salutati e separati di fronte alla casa di David.

La famiglia non crede all'incidente

I genitori e la sorella di David, però, non credono all'ipotesi dell'incidente domestico e non sembrano per nulla convinti dalla ricostruzione proposta della Procura. Il giovane, hanno spiegato, era molto attento e responsabile: "Se si è ferito - si domandano - perché non ha chiesto aiuto ai vicini?"

Inoltre, come riportato dal quotidiano Repubblica, accanto alla porta di ingresso dell'appartamento, proprio sul lato che dà sulla strada, gli inquirenti hanno notato una finestra frantumata e delle chiazze di sangue sulla facciata.

Non è al momento chiaro se, quel sangue, appartenga al giovane cooperante o se sia di qualcun altro. Per i genitori del giovane non è plausibile, però, che il ragazzo abbia rotto il vetro per rientrare in casa.

"Proprio perché conosciamo bene David nel profondo e nella sua intimità - hanno aggiunto i familiari - non possiamo accettare, prima che vengano effettuate attente indagini, ipotesi semplicistiche". Poi, chiedendo il massimo supporto dal governo italiano, hanno concluso che si aspettano un'inchiesta approfondita che possa far emergere la verità.