Locri (Reggio Calabria) - Gli agenti della Guardia di Finanza di Locri, a conclusione di un'importante e scrupolosa indagine avviata mesi fa e denominata "Vita Eterna", nella mattinata odierna hanno denunciato 15 persone dopo aver scoperto una maxi-truffa portata avanti da questi soggetti che da diversi anni percepivano le pensioni dei rispettivi parenti deceduti. In totale, l'operazione illecita sarebbe costata all'Inps 500mila euro.
Coinvolti anche medici e dipendenti comunali
Secondo quanto riportato dall'Ansa, le 15 persone denunciate dalla Guardia di Finanza di Locri avrebbero incassato per molti anni le pensioni dei familiari deceduti, mese per mese.
Tutto ciò sarebbe avvenuto in seguito alla mancata segnalazione dei decessi dei parenti che, di norma, andrebbe effettuata nell'immediato. Sono stati inoltre segnalati alla Corte dei Conti, in totale, 19 pubblici ufficiali tra dipendenti comunali e medici necroscopi che avrebbero collaborato alla maxi-truffa ai danni dell'Inps, omettendo la comunicazione dei trapassi che, per legge, sarebbe spettata proprio a loro.
Le Fiamme Gialle hanno scoperto che il prelievo del denaro intestato ai parenti oramai defunti avveniva tramite carte bancomat ovviamente a nome dei familiari delle persone denunciate. In totale, al termine dell'indagine "Vita Eterna", gli inquirenti hanno accertato 17 casi di soggetti passati a miglior vita negli anni 2011, 2013 e 2014 verso i quali però veniva ancora erogato il trattamento pensionistico.
Inoltre per nove defunti l'Inps, non consapevole del decesso, stava continuando, come di norma, a versare la pensione prestabilita ogni mese: questa veniva regolarmente e furbescamente prelevata dai parenti.
Nel dettaglio, gli uomini della Guardia di Finanza, tra i diversi casi analizzati, hanno rilevato la frode effettuata dal congiunto di un uomo morto nel 2014, che avrebbe prelevato dalla data del decesso ad oggi la modica cifra di quasi 100mila euro.
Un caso analogo a Cosenza nel 2018
Un caso simile era stato accertato a Cosenza lo scorso anno, nel mese di luglio, quando gli agenti della Guardia di Finanza si erano accorti di incassi alquanto strani di trattamenti pensionistici a favore di persone ultranovantenni.
In quell'occasione, i danni subiti dall'Inps erano risultati nettamente maggiori: gli investigatori, infatti, scoprirono che un uomo di sessant'anni aveva ricevuto in totale 90mila euro, pensione intestata al padre deceduto nel 2010. Al termine di quest'inchiesta, le pensioni illegalmente incassate sono state recuperate tramite il sequestro di beni ai danni degli elementi indagati.