Il ministro dell'Interno britannico ha dichiarato di aver firmato la richiesta di estradizione americana nei confronti di Julian Assange. Nonostante ciò, la decisione finale in merito alle sorti del fondatore di WikiLeaks spetterà al tribunale che si esprimerà durante la giornata di domani.

Ai microfoni di un programma radiofonico della Bbc, Sajid Javid ha affermato che Assange si trova "giustamente dietro le sbarre". Al momento, le istituzioni politiche del Regno Unito hanno certificato l'istanza statunitense, ed ora il documento è approdato alla sede giuridica che decreterà se approvarlo o meno.

La decisione inglese

Julian Assange rischia di dover lasciare l'Inghilterra per rientrare in America. La notizia è stata ufficialmente annunciata dal ministro dell'Interno britannico Sajid Javid, il quale ha confermato di aver firmato la richiesta di estradizione negli States nei confronti del giornalista australiano.

Gli USA avevano inviato formalmente l'istanza alla Gran Bretagna nella giornata di ieri, mentre solo oggi è arrivata la conferma dell'apposizione della firma sul documento. Tuttavia, il ministro inglese ha anche sottolineato che la decisione finale spetterà al tribunale.

Javid ha dichiarato che al momento Assange è detenuto in un carcere di massima sicurezza a Londra, aggiungendo che l'ordine di estradizione americano da lui sottoscritto dovrà comunque ottenere il via libera definitivo dal tribunale.

Dunque, le sorti del fondatore di WikiLeaks verranno svelate soltanto nelle prossime ore. Al momento non sono giunte reazioni da parte del diretto interessato in merito alla possibile estradizione in America.

Il passato di Assange

Nel novembre del 2010 il tribunale di Stoccolma firmò un mandato di arresto in contumacia nei confronti di Julian Assange, con l'accusa di violenze sessuali, molestie e coercizione illegale.

Pur dichiarandosi innocente, il giornalista 47enne decise di presentarsi spontaneamente negli uffici di Scotland Yard, dove venne arrestato in seguito ad un mandato di cattura europeo.

Nel frattempo gli Stati Uniti lo accusarono di spionaggio, mentre la Svezia inoltrò una domanda di estradizione alla Gran Bretagna, e il 2 novembre 2011 l'Alta Corte di Londra confermò la richiesta scandinava.

Verso la metà di giugno del 2012, quando apprese che le autorità giudiziarie del Regno Unito avevano rigettato il suo ricorso, Assange si rifugiò nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove ottenne l'asilo politico come rifugiato.

Di recente, nel 2018 gli è stata anche concessa la cittadinanza ecuadoriana, poi ritirata quest'anno. L'11 aprile Assange è stato ufficialmente arrestato dalla polizia londinese dopo la revoca dell'asilo politico, e condannato a 50 settimane di reclusione.