Un'importantissima scoperta archeologica è stata effettuata negli scorsi giorni nel mare di Brindisi ad opera del personale della Capitaneria di Porto, impegnato in un'attività di controllo legata alla tutela del fondale marino, avviata anche in corrispondenza dell'arrivo in città del pattugliatore d'altura Ubaldo Diciotti, che nelle scorse settimane ha fatto capolino in città nell'ambito dell'operazione di pulizia del mare denominata "Plastic Free".

Secondo quanto riportato dalla testata giornalistica locale online Brindisi Report, lo straordinario ritrovamento è avvenuto nei pressi di un noto lido della costa nord brindisina: l'Oktagona.

Al momento, il materiale recuperato è in fase di studio ed è stata già avvisata la locale Soprintendenza archeologica che ha messo a disposizione il suo personale. Stando alle prime indiscrezioni, si tratterebbe di frammenti di anfore fenicie, ma anche egizie e romane.

Il ritrovamento

Si tratta del classico ritrovamento fortuito di reperti archeologici. Infatti, quando i resti degli antichi manufatti sono stati portati alla luce dalle profondità del mare, gli operatori della Capitaneria, diretti dal comandante Giovanni Canu, stavano effettuando il prelievo di campioni d'acqua. Proprio in quegli istanti, a 100 metri di profondità sul fondale marino, hanno notato la presenza delle preziose testimonianze del passato.

Grande è stata la sorpresa di tutto il personale della Capitaneria: il comandante si è messo subito in contatto con l'architetto Maria Piccarreta, dirigente della Soprintendenza archeologica per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, la quale ha dato l'autorizzazione al recupero del materiale rinvenuto.

La notizia è stata comunicata in queste ore tramite un comunicato diffuso dalla Capitaneria, la quale ha informato che fino al 15 luglio, nello specchio d'acqua antistante il lido Oktagona, saranno vietate diverse attività come la balneazione, la navigazione o la sosta di qualsiasi imbarcazione nella zona dei lavori.

Nello specifico, l'area d'interdizione è quella esterna ai gavitelli di colore rosso che delimitano la fascia riservata alla balneazione.

Sono intervenuti anche i sommozzatori di San Benedetto del Tronto

Le operazioni di recupero dei reperti vedranno impegnato anche un distaccamento di sommozzatori di San Benedetto del Tronto, unitamente ai colleghi di Brindisi.

Sicuramente nelle prossime settimane ci saranno ulteriori aggiornamenti su quanto ritrovato nel mare brindisino, che ancora una vota regala emozioni in questo senso.

Queste scoperte, del resto, non fanno altro che dimostrare una volta di più quanto la città sia stata molto importante nell'antichità, da sempre testa di ponte tra Oriente e Occidente. Il lido Oktagona, inoltre, sorge in una zona che già in passato era stata oggetto di importanti scoperte archeologiche: nell'estate del 1992, infatti, presso la località denominata Punta del Serrone, qualche centinaio di metri a sud della suddetta struttura, furono rivenute delle bellissime statue in bronzo, alcune delle quali ormai ridotte in frammenti di grosse e medie dimensioni.

I resti sono stati poi assemblati, e queste testimonianze della cultura materiale antica sono attualmente custoditi ed esposti al pubblico presso il Museo archeologico provinciale Francesco Ribezzo, sito in piazza del Duomo, sempre a Brindisi.