C'è un colpo di scena sul caso di Marianna Greco, la 37enne di Novoli, nel leccese, trovata senza vita il 30 novembre del 2016 nella sua stanza da letto. La signora giaceva ormai esanime, sul suo collo c'erano i segni di ben quattro coltellate. Dopo le indagini svolte dagli inquirenti, in quel frangente il caso si chiuse e gli investigatori ricondussero tutto ad un suicidio. Ma la famiglia non ha mai creduto che la donna avesse deciso all'improvviso di togliersi la vita, e così, insieme ai suoi avvocati Francesca Conte e Francesco Tobia Caputo, è riuscita a riottenere la riapertura, clamorosa, del caso.
Per questo il procuratore di Lecce, Stefania Mininni, ha ora iscritto nel registro degli indagati il marito di Marianna, il 44enne Emanuele Montinaro, originario di Campi Salentina: il tipo di indagine nei suoi confronti è cambiato parecchio, e da un'iniziale ipotesi di istigazione al suicidio, si è passati a quella di omicidio volontario. Un atto dovuto, spiegano dalla Procura, che adesso consentirà alle due parti, l'accusa e la difesa, di partecipare ad alcuni accertamenti irripetibili che ci saranno sul corpo della vittima.
La salma sarà riesumata
Per questo gli inquirenti hanno disposto che il corpo di Marianna venga riesumato. Tale operazione si terrà il prossimo 5 giugno, e i medici legali incaricati, Roberto Vaglio e Francesco Introna, procederanno ad un nuovo esame autoptico.
Sarebbero molte le cose che non tornano, a partire dai tagli ritrovati sulla gola della vittima, che sarebbero non compatibili con ferite auto-inflitte. Troppo profondi, ma anche la direzione degli stessi non sarebbe compatibile con quella di un gesto volontario. Al vaglio degli inquirenti poi ci sono dei messaggi abbastanza singolari che la donna avrebbe inviato ad un amico, come quello in cui Marianna dice: "Se mi succede qualcosa contatta i giornali".
Elementi questi che potrebbero far pensare ad un rapporto conflittuale con il marito, rampollo di una famiglia salentina di imprenditori che opera nell'edilizia e nello smaltimento dei rifiuti.
Ferite da taglio anche sulle mani
Ma il particolare che ha convinto gli investigatori a riaprire il caso sono quelle strane ferite presenti sulle mani della donna, precisamente sul dito incide e all'anulare medio.
Secondo i legali della famiglia di Marianna queste ferite sono compatibili con segni di difesa: la vittima avrebbe cercato infatti i tutti i modi di sfuggire al suo aggressore.
Il marito comunque continua a negare tutto, e sostiene che lui quel giorno si trovasse addirittura fuori, per cui non ha mai fatto del male a sua moglie. A rimescolare le carte dell'inchiesta è stato il consulente di parte Giuseppe Fortuni. Un altro elemento abbastanza particolare è che alcuni messaggi sul telefonino di Marianna, scomparso in un primo momento, sarebbero misteriosamente spariti. Tutti particolari questi che adesso spetterà chiarire solamente alla magistratura.