I carabinieri del Nucleo Provinciale di Brindisi, ieri mattina, nel corso di un controllo del territorio destinato a contrastare il fenomeno del caporalato nelle campagne, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due imprenditori. Si tratta di D.D.L, 50 anni di Tuturano, e di M.Z., 42enne di San Pietro Vernotico. La scoperta di ben sei braccianti probabilmente sfruttati in un terreno agricolo è avvenuta in contrada Trullo, non lontano da Cerano, sempre in agro tuturanese. Quando hanno notato i lavoratori, tutti provenienti dai Paesi dell'Africa del nord, i militari si sono fermati e hanno quindi chiesto ai braccianti che cosa stessero facendo e per conto di chi lavorassero.
Da qui è scattato immediatamente il controllo dei documenti, gli agenti in divisa hanno cercato anche le copie dei contratti con i quali gli agricoltori erano stati assunti. Per tutta risposta alcuni di loro hanno riferito di essere stati assunti "in nero", ovvero senza regolare contratto. A quel punto, mentre gli agenti erano intenti a parlare con gli extracomunitari, sono arrivati i due indagati.
Elevate sanzioni per 50mila euro
I due indagati dovranno rispondere adesso dell'accusa di "concorso nell'intermediazione illecita e sfruttamento del Lavoro nelle ipotesi aggravate". Gli stessi, subito dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso la casa circondariale di Brindisi via Appia, dove attualmente si trovano a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Secondo quanto riporta la testata giornalistica locale online, Brindisi Report, gli indagati si sarebbero anche avvicinati con fare arrogante ai militari, e avrebbero chiesto i motivi di quel controllo improvviso. Al 50enne di Tuturano viene contestato soltanto l'essere stato una sorta di "intermediario caporale", mentre il 42enne sanpietrano sarebbe, di fatto, il proprietario del terreno.
I militari dell'Arma hanno elevato sanzioni per un totale di 50 mila euro e immediata sospensione dell'attività imprenditoriale.
Un lavoratore privo di permesso di soggiorno
Contestualmente ai controlli per verificare la regolarità dei contratti di lavoro, i militari hanno anche controllato i documenti personali dei braccianti africani.
Uno di loro è stato trovato sprovvisto del permesso di soggiorno: l'uomo, secondo quanto accertato dai militari, vive in un edificio fatiscente, privo di acqua e corrente elettrica. Lo stesso stabile sarebbe anche in pessime condizioni igienico sanitarie. Da tutta la popolazione locale i due indagati sono definiti persone per bene, che lavorano per mandare avanti le proprie famiglie con grossi sacrifici. Proprio l'immigrato trovato privo del regolare permesso di soggiorno ha dichiarato che ieri mattina stesso aveva incontrato il presunto "caporale", che gli avrebbe proposto la giornata lavorativa. Sicuramente nelle prossime ore, o al massimo nei prossimi giorni, si potranno conoscere ulteriori particolari su questo episodio. Presto gli indagati saranno ascoltati e potranno chiarire davanti agli inquirenti la loro posizione.