Non si dà pace da ormai quattro mesi Alessandra D'Adamo, la mamma di Davide Cazzato, il 19enne morto insieme ad altri tre ragazzi in un terribile incidente stradale avvenuto il 23 marzo scorso alle porte di San Pietro Vernotico, nel brindisino.
Come si ricorderà, il caso è stato ripreso anche da questa testata: la tragedia sconvolse tre intere comunità, quella del comune capoluogo, di cui Davide era originario, quella della piccola frazione di Tuturano e quella della stessa San Pietro.
Tuturanese era Sara Pierri, una 18enne molto conosciuta nel paese, mentre sanpietrana era Giulia Capone, la più piccola del gruppo, che aveva solo 17 anni.
Quella sera i ragazzi stavano tornando da una festa di compleanno: alla guida della Fiat Punto sulla quale viaggiavano c'era una giovane ragazza di Tuturano, compaesana quindi della Pierri e rimasta ferita insieme ad un altro giovane, che sedeva sul sedile davanti al posto del passeggero. Per cause tutte ancora in fase di accertamento, il veicolo ha sbandato paurosamente e ribaltandosi è finito contro un muro.
Adesso la signora D'Adamo ha scritto una lettera al pm di Brindisi titolare del fascicolo di inchiesta sul sinistro, Pierpaolo Montinaro, chiedendo a gran voce la verità su quanto accaduto quella maledetta notte.
Davide venne trovato per terra privo di sensi
Il 19enne brindisino venne trovato per terra sull'asfalto e ormai era privo di sensi.
La Punto, dopo aver sbattuto contro un muretto di una proprietà privata, come già detto, fu travolta anche da un'altra vettura, che si trovò inesorabilmente il mezzo di fronte sulla carreggiata. Sara Pierri invece morì una volta arrivata all'ospedale "Antonio Perrino" di Brindisi.
Sul luogo del sinistro, proprio il conducente dell'altra macchina, rimasto illeso, avrebbe fatto un video che mostrava in diretta Facebook la terribile scena, che si è poi presentata poco dopo davanti ai soccorritori.
Dobbiamo precisare, per dovere di cronaca e completezza di informazione, che nessuno dei ragazzi aveva bevuto o assunto sostanze stupefacenti, neanche la conducente della Fiat Punto.
La madre di Davide si augura che alla vicenda venga data la giusta importanza giudiziaria. La donna precisa che la lettera scritta al pubblico ministero non vuole essere un gesto per smuovere pietà o compassione nei confronti della sua famiglia, la signora si augura di ottenere giustizia per i ragazzi morti.
Per il momento non ci sono state condanne nei confronti di nessuno.
Le presunte contraddizioni nei verbali dei carabinieri
Secondo quanto dichiarato dalla signora nella stessa missiva, ci sarebbero delle discrepanze proprio nei verbali dei carabinieri, i quali mostrerebbero orari diversi. Il sinistro si verificò poco dopo le due di notte. Alcuni verbali riportano la data dell'incidente alle ore 2:10, mentre altri le 2:20 oppure le 2:37. Sul posto intervennero sia i militari della stazione di Torchiarolo, che quelli della stessa San Pietro Vernotico.
La signora Alessandra si chiede anche perché al conducente dell'altra vettura non sia stato fatto l'alcol test, così come si è fatto invece per la conducente della Fiat Punto.
Inoltre, secondo la D'Adamo, il conducente della macchina che ha colpito quella in cui si trovavano i ragazzi, avrebbe cominciato il video in diretta sui social proprio in presenza dei militari dell'Arma, quando i familiari delle vittime non erano ancora a conoscenza dell'accaduto. L'uomo avrebbe anche dichiarato che non ha avuto il coraggio di avvicinarsi al ragazzo. "A noi non importa del risarcimento" - dichiara la donna nel finale della sua lettera, che è davvero pronta a tutto per poter arrivare alla verità. Certo, adesso spetterà alla magistratura chiarire come siano andati i fatti, e, se necessario, emettere le relative condanne.