"Mi sarei aspettato di tutto, ma non di trovare le due tombe completamente vuote": queste le parole di Pietro Orlandi, il fratello della ragazzina di 15 anni, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Si tratta dell'ennesimo clamoroso colpo di scena in un mistero che dura da 36 anni: sono vuote le due tombe del cimitero teutonico riaperte questa mattina in Vaticano dopo una segnalazione anonima giunta alla famiglia di Emanuela Orlandi. Il fratello Pietro, gli amici più stretti, i legali ed i periti erano tutti arrivati di buon ora davanti ai cancelli con la speranza di giungere alla verità sulla sorte della studentessa sparita a Roma.

Le operazioni erano iniziate poco dopo le otto: 15 le persone coinvolte tra cui il perito dello Stato del Vaticano che avrebbe dovuto prelevare ed analizzare dei reperti prima degli esami del DNA.

L'apertura delle due tombe teutoniche

Le due tumulazioni risalenti alla metà dell'800 appartengono a due famiglie nobili tedesche che per amore della verità, si legge in un comunicato, hanno autorizzato la riapertura. "Chi sa qualcosa ci aiuti, ci chiami", ha dichiarato il legale della famiglia Orlandi. La magistratura del Vaticano aveva autorizzato l'apertura delle due tombe contenenti i resti di due principesse ottocentesche per verificare, dopo alcune segnalazioni telefoniche ricevute dalla famiglia Orlandi, se all'interno del luogo di sepoltura si trovassero anche i resti della ragazzina scomparsa 36 anni fa.

Erano passate da poco le ore 11.00 quando Pietro Orlandi, uscendo dalla porta adiacente al Sant'Uffizio ha esclamato: "È incredibile ma le due tombe sono completamente vuote".

Sotto alla tomba della Principessa Sophie Von Hohenlohe è stata trovata una sorta di stanza con una struttura di cemento, un ampio vano sotterraneo di circa 4 m x 3,70 m, ha fatto sapere il legale della famiglia Orlandi, avv.

Laura Sgrò. Il perito di parte, Giorgia Portera, ha inoltre chiarito che questa costruzione non è compatibile con una sepoltura del 1800 ed il dato è oggettivo. A rendere ancora più misteriosa la vicenda è la totale mancanza di documentazione comprovante la sepoltura in quel medesimo luogo delle due nobili principesse. "Deve assolutamente essere trovato almeno un documento", ha affermato il perito, "Se non sono state trovate le bare, è difficile dire al momento se i corpi sono stati trasportati altrove".

In merito alle due tombe Pietro Orlandi ha dichiarato: "Il custode del cimitero ha confessato di essere stato incaricato dalla famiglia delle due defunte di controllare i fiori e i lumini esterni. È incredibile che la famiglia non sappia. A questo punto anche i familiari delle due principesse dovrebbero fare chiarezza sulla scomparsa dei due corpi dal luogo della sepoltura. La riapertura delle tombe era doverosa. Quello che è accaduto oggi è importante affinché il Vaticano possa ammettere una propria responsabilità interna, cosa che fino ad oggi era stata esclusa a priori", ha dichiarato Pietro Orlandi.