Il tragico incidente mortale che ha funestato lo scorso fine settimana si arricchisce di un nuovo capitolo. I ragazzi veneti morti nella notte tra sabato e domenica sarebbero stati speronati da un altro veicolo che avrebbe fatto finire la loro Ford Fiesta in un canale situato al lato della carreggiata, provocando la morte di quattro di loro. Solo la quinta passeggera, una ragazza, è riuscita a salvarsi.

Nella serata di domenica il pubblico ministero di Venezia Giovanni Gasparini ha firmato il fermo con l’accusa di omicidio stradale plurimo e omissione di soccorso nei confronti di un cittadino di origine rumena di 26 anni che, ironia della sorte, è residente da qualche anno a Musile di Piave, la stessa cittadina sita in provincia di Venezia dove vivevano alcune delle vittime.

Quella telefonata alla Stradale ricevuta poco prima dell'incidente

Provvidenziale, per la ricostruzione della dinamica del tragico incidente mortale da parte degli investigatori, una telefonata ricevuta da una donna pochi minuti prima dell'incidente. Stava procedendo nella stessa direzione delle giovani vittime a poche centinaia di metri di distanza da loro quando è stata superata da una Golf che stava compiendo manovre pericolosamente azzardate.

La donna ha immediatamente chiamato la Polizia, fornendo targa e modello, spiegando che il veicolo segnalato stava zigzagando pericolosamente da una corsia all'altra. Giusto il tempo di terminare la telefonata la stessa automobilista si è trovata nel punto dell'incidente, con la Ford Fiesta completamente distrutta nel canale adiacente la carreggiata.

La conferma dell'unica sopravvissuta: siamo stati speronati

A far sospettare che l'auto segnalata potesse aver avuto una parte in causa nell'uscita di strada del veicolo con i cinque giovani a bordo ha contribuito la testimonianza dell'unica giovane sopravvissuta all'incidente, che avrebbe raccontato agli agenti di aver avuto la sensazione di essere stati speronati.

Nel tardo pomeriggio gli investigatori sono riusciti a rintracciare il proprietario del veicolo segnalato consentendo al Sostituto Procuratore di Venezia Giovanni Gasparini di sottoporlo, con l'assistenza del suo legale di fiducia, ad un pressante interrogatorio.

Secondo l'edizione online del quotidiano locale 'Il gazzettino' il giovane, del quale non sono ancora state rese le generalità, pressato da probabili elementi probatori in mano agli inquirenti, ma non è chiaro se avrebbe ammesso le proprie responsabilità ed è da poche ore rinchiuso in camera di sicurezza. Su di lui pendono accuse gravissime che, se dovessero essere dimostrate, porterebbero ad una lunga detenzione.