Stava andando a buttare la spazzatura dopo aver finito, come ogni giorno, il suo turno serale in un ristorante di Cava d'Aliga, frazione balneare di Scicli, Comune in provincia di Ragusa, quando è stata travolta e uccisa da un'auto. Martina Aprile, 24 anni, giovanissima mamma a tempo pieno, come si era definita sul suo profilo Facebook, è morta sul colpo. Ad ucciderla, domenica scorsa, è stato Carmelo Ferraro, 34 anni, poi risultato positivo alla droga, arrestato per omicidio stradale aggravato e rinchiuso nel carcere di Ragusa.

In quegli stessi giorni, nsulle strade italiane sono morte 12 persone e, proprio nel ragusano, a Vittoria, sono stati investiti e uccisi sul marciapiede davanti casa due cuginetti, Alessio di 11 anni e Simone di 12, da un Suv guidato dal pregiudicato Rosario Greco, che prima di mettersi alla guida aveva bevuto quattro volte oltre il limite e sniffato cocaina.

Nella tragedia di Scicli è sparito il cellulare di Martina che conteneva tantissime foto di lei con il suo bambino di cinque anni, diversamente abile. Forse qualcuno lo ha rubato. La nonna ha lanciato un appello affinché le venga riconsegnato.

L'omicidio stradale di Scicli, inquietanti coincidenze

Ad agosto, Martina Aprile avrebbe compiuto 25 anni. Alle due di notte, in compagnia di un collega di 41 anni, era andata a buttare la spazzatura caricata su dei carrelli, ultima fatica di una lunga giornata di lavoro come cameriera al ristorante L'ancora di Cava d'Aliga, prima di poter tornare da suo figlio a cui faceva da madre e da padre. E, invece, a casa non è mai più tornata: sulla provinciale Cava d'Aliga-Sampieri, nel tratto rettilineo buio, proprio mentre Martina sistemava la spazzatura nei cassonetti, è sfrecciato a bordo di una Lancia Y Carmelo Ferraro di 34 anni che l'ha investita trascinandola per alcuni metri e uccidendola sul colpo.

Il collega della giovane mamma, invece, nell'impatto ha riportato solo escoriazioni e lievi ferite.

Per una serie di inquietanti coincidenze, Ferraro, che dopo l'incidente si è fermato, è anche lui cameriere come la sua vittima. Anche lui, domenica aveva finito il suo turno di lavoro in una struttura turistica di Modica. L'uomo, con problemi di droga, a cui in passato era già stata ritirata la patente, era tornato a casa ma si era accorto di aver dimenticato il cellulare a lavoro.

I genitori, vista l'ora tarda, gli avevano sconsigliato di rimettersi in macchina, ma lui non ha voluto dar loro ascolto e nella sua corsa per recuperare il telefono ha investito Martina. Dagli esami svolti a Modica, è risultato positivo alla cocaina e al metadone. Arrestato per omicidio stradale aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti, resta in carcere: il gip, Andrea Reale, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare accogliendo la richiesta del pubblico ministero Andrea Sodano.

L'appello della nonna

Il cellulare, volato via la notte del tragico investimento, sarebbe rimasto sul selciato stradale per poi scomparire misteriosamente. La mamma di Martina chiede che le venga restituito: "Un appello lo faccio a chi ha preso il cellulare di mia figlia perché mi è rimasto solo quello. Perché togliermelo? Se non ha il coraggio, lo porti dai carabinieri o lo lasci in un bar, da qualche parte, se ha una coscienza". La mamma di Martina vorrebbe poter recuperare almeno i ricordi della figlia e del nipote. "Io da mamma cosa devo dire a mio nipote, che un pirata della strada ha ucciso mia figlia e tra due giorni esce?", ha detto straziata dal dolore. "Mia figlia ha fatto la fine di un cane".

Sembrerebbe che quell'appello abbia avuto un effetto: gli inquirenti avrebbero ritrovato il cellulare in una villetta disabitata in viale della Pace a Scicli, poco lontano dal luogo in cui Martina ha perso la vita. Sono tuttora in corso le indagini da parte dei carabinieri di Ragusa.

Strade insanguinate, 'la strage degli innocenti'

Tutto il paese si è stretto intorno alla famiglia e ieri pomeriggio si sono svolti i funerali della giovane mamma nella chiesa gremita di Santa Maria La Nova. Il lancio in aria di palloncini bianchi a forma di cuore, ha salutato l’uscita del feretro della giovane donna. Il giornalista Emiliano Di Rosa sul Giornale di Sicilia ha parlato di guerra sulle strade e di strage degli innocenti.

I nemici sono ignoranza, abuso di sostanza stupefacenti e di alcolici alla guida, ma anche uso dei cellulari e distrazione come nel caso di Fabio Provenzano, il padre di 34 anni che venerdì scorso sull'autostrada siciliana A 29 Palermo-Mazara Del Vallo, ha ucciso il figlio Francesco di 13 anni per fare una diretta Facebook mentre era alla guida. Paolo Borrometi, giornalista ragusano da anni sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia, ha sottolineato che "la provincia di Ragusa paga un prezzo altissimo con l'ennesima vittima innocente", e chiesto che non cada il sipario su queste tragedie e che i responsabili non restino impuniti.