Consolato Ingenuo, l'operaio 42enne di Vergato (provincia di Bologna) ritrovato senza vita mercoledì, potrebbe essere stato gettato vivo nel dirupo. L'ultima agghiacciante ipotesi è stata avanzata dagli inquirenti dopo i primi risultati dell'autopsia. Per l'omicidio dell'uomo sono stati fermati due suoi amici: Ivand Rudic, autotrasportatore serbo di 34 anni e Mihai Nutu Apopei, operaio meccanico romeno di 50 anni.

Le indagini

Il corpo senza vita di Consolato Ingenuo è stato rinvenuto intorno alle 16 di mercoledì 31 luglio in una scarpata di Cereglio (frazione di Vergato), non lontano dalla Provinciale 26 che conduce a Zocca (nel modenese).

Il cadavere era tra i rovi, impigliato al ramo di un albero distante meno di 10 metri dal ciglio della strada.

I carabinieri della locale stazione, agli ordini del maggiore Sabato Simonetti, e gli uomini del Nucleo Investigativo, subito, hanno pensato ad un omicidio e le serrate indagini (coordinate dal pm Bruno Fedeli) hanno portato al fermo di Ivand Rudic e di Mihai Nutu Apopei. Entrambi ora si trovano nel carcere della Dozza in attesa della convalida del fermo (l'udienza è prevista per oggi). Dovranno rispondere di omicidio in concorso aggravato dai futili motivi e anche di occultamento di cadavere.

Sarebbero stati loro a gettare Ingenuo - con l’ovvia intenzione di disfarsene - in un dirupo profondo 50 metri.

E non si esclude che l'uomo, al momento della caduta, fosse semplicemente privo di sensi, ma ancora vivo. Il dottor Alberto Amadasi, medico legale, non ha ancora concluso tutti gli accertamenti autoptici, ma per ora, ha rilevato una frattura al setto nasale ed un trauma cranico. Consolato, probabilmente, morto per le conseguenze di un’emorragia interna che potrebbe essere stata causata proprio da un violento pugno al naso.

La scomparsa

Consolato Ingenuo era originario della provincia di Vibo Valentia, ma viveva da ormai vent'anni a Vergato: prima aveva preso casa in frazione Cereglio e poi, in seguito alla separazione dalla moglie, si era trasferito in località Amore. Proprio l'ex compagna, martedì mattina, aveva denunciato la scomparsa dell'operaio.

Consolato, infatti, stravedeva per il figlioletto di 4 anni e, tutte le sere, gli telefonava per augurargli la buona notte. Lunedì sera, però, la donna non aveva ricevuto la consueta chiamata e, preoccupata, dopo aver provato a mettersi in contatto con l'ex marito si era rivolta ai carabinieri. Trascorse le canoniche 24 ore, erano dunque partite le ricerche.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Consolato, lunedì, ha trascorso la serata in compagnia del romeno Mihai Nutu Apopei (anche lui da vent'anni residente in zona) e di Rudic, ‘il Codino’. I tre erano soliti frequentare bar di Tolè e di Cereglio e, pur alzando il gomito, non avevano mai dato fastidio. Lo scorso 26 luglio, però, hanno avuto un acceso diverbio (scoppiato per futili motivi ancora non chiariti) degenerato per lo per lo stato di ebbrezza. Da allora, l'operaio 42 era come sparito nel nulla.