Dopo le tensioni all'aeroporto internazionale del mese scorso, sono proseguite raggiungendo il culmine nella giornata di sabato le proteste nell'isola di Hong Kong.

Già la settimana scorsa, durante una marcia regolarmente autorizzata, nella parte orientale della città, le proteste erano degenerate in lanci di mattoni e bottiglie incendiarie, con cariche della polizia. Il risultato era stato di alcuni dimostranti arrestati e un ferito, colpito ad un occhio da un proiettile di gomma e portato via in ambulanza.

Ma oggi, nel tredicesimo weekend di protesta, migliaia di attivisti si sono riuniti in una manifestazione non autorizzata davanti ai palazzi governativi per dimostrare ancora una volta contro la legge sulle estradizioni in Cina e per la democrazia nella città-stato asiatica.

La giornata di oggi ha visto una vera e propria guerriglia urbana, con lanci di pietre e molotov all'indirizzo degli agenti in tenuta antisommossa che, dopo circa un'ora di scontri, sono riusciti a disperdere i manifestanti riprendendo il controllo dell'area.

La marcia pacifica per le strade del centro

In un primo momento, fino circa alle 17, la grande marcia è avanzata pacifica per le strade del cuore degli affari di Hong Kong, Central.

Nonostante nei giorni scorsi fosse stata negata l'autorizzazione sia per una marcia che per una manifestazione nel parco di Chater Garden, oggi migliaia di persone hanno sfidato il divieto e sono scese in piazza a ribadire ancora una volta il desiderio di democrazia e libertà che ormai da mesi viene gridato a gran voce da larghe frange della popolazione di Hong Kong.

Guerriglia attorno al Parlamento

Una vera e propria guerriglia urbana è poi scoppiata, verso le 17, tra alcuni gruppi di manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa attorno ai palazzi del parlamento di Hong Kong. I dimostranti, messi caschetti, occhiali e maschere antigas, hanno circondato il palazzo del Consiglio legislativo, attaccando le forze dell'ordine con lanci di pietre e molotov artigianali e ributtando dentro i lacrimogeni lanciati dalla polizia.

Dopo circa un'ora di scontri che hanno visto anche l'uso di cannoni ad acqua e vernice blu per riconoscere i manifestanti, la polizia è avanzata da tre lati, accerchiandoli in un continuo scontro con molotov e lacrimogeni. Nella confusione, molti giovani dimostranti si sono dispersi, sparendo, questo il loro motto, "come acqua".

Gli agenti sono poi riusciti a riprendere il controllo della strada, smontando le barricate e ristabilendo, almeno per il momento, l'apparente e precario ordine al quale Hong Kong sembra non volersi piegare.