Un post su Facebook per confessare l'omicidio appena commesso e chiedere scusa a tutti, un video su Instagram per rendere noto al suo pubblico di volerla fare finita, subito prima di essere fermato dai carabinieri. In un tempo brevissimo, dopo aver ucciso a coltellate Yoan Leonardi, di 23 anni, il suo coetaneo, Alberto Pastore ha avuto la lucidità di utilizzare ben due social per riferire a modo suo l'accaduto e tentare di discolparsi accusando il suo presunto rivale d'amore d'essere stato l'artefice della sua stessa fine. L'omicidio è avvenuto la scorsa notte all'esterno di un pub discoteca di Borgo Ticino, nel novarese.

'Voglio scusarmi con tutti, ho fatto una c*****a per amore'

Alle due della notte scorsa, in località Campagnola, lungo la statale tra Comignago e Borgo Ticino, a pochi chilometri dal lago Maggiore, fuori dalla discoteca Aeroplano, Alberto Pastore ha un acceso diverbio con l'amico Yoan Leonardi. Il litigio è iniziato poco prima all'interno del locale, per poi proseguire nel piazzale del parcheggio. Oggetto del contendere, una ragazza. Volano parole grosse, insulti, spintoni, botte, finché Pastore estrae un coltello e colpisce la vittima tre volte. Quando, poco dopo, i sanitari del 118 arrivano sul posto, il ragazzo è a terra in una pozza di sangue. Respira ancora, ma i tentativi di rianimarlo sono vani a causa delle profonde ferite che gli sono state inferte: muore dopo poco.

L'omicida si allontana dalla scena del crimine, fugge in auto, ma nel frattempo riesce a scrivere un post sulla sua pagina Facebook per far sapere agli altri utenti di aver "fatto una c*****a per amore". Dal suo racconto, sembrerebbe che con il coetaneo si contendeva l'amore di una ragazza e avrebbe scoperto quindi un tradimento da parte di quello che definisce il suo migliore amico.

Sostiene di essere stato preso in giro. Segue nel post una breve lista di ringraziamenti rivolti a genitori, al nonno, a parenti, amici, per poi concludere: "E' stata colpa di Yoan Leonardi, mi dispiace per tutti".

Poi passa a Instagram: in questo caso, realizza una storia in cui posta un video della durata di oltre un minuto mentre è alla guida, ancora in fuga, ma parla con una calma incredibile.

Dice che sta pensando di suicidarsi non potendo più vivere con il pensiero di quel che ha commesso, che lo tormenterà a vita. Nel video lascia intendere di non sapere se l'amico sia vivo o morto. Quindi spiega con frasi deliranti cosa l'ha portato a commettere l'atroce delitto: "Il mio obiettivo era far vedere alla gente che per amore non bisogna mai intromettersi nelle relazioni altrui, è meglio pensare a se stessi, bisogna farsi la propria vita senza tenere nascosto tutto al proprio migliore amico. Yoan ha sbagliato dalla A alla Z". Sui social chiede scusa per poi accusare l'amico: è colpa sua se l'ha ucciso. Però lui in discoteca era arrivato con un coltello. Alla fine, imbocca l’autostrada A 26: inseguito dai carabinieri di Arona, perde il controllo dell’auto, finisce fuori strada e si schianta contro un muretto.

I militari, allertati alle due di notte da un automobilista che ha assistito alla lite, lo fermano. Pastore riporta ferite lievi. Ammette di aver ucciso Leonardi a causa di una lite per una ragazza. Verrà ascoltato dal magistrato in carcere.

La versione del padre della vittima

Ben diversa rispetto a quella del reo confesso, la versione dei fatti fornita da Marino Leonardi, il papà della vittima. Yoan sarebbe stato fidanzato con un'altra ragazza e la scorsa notte è intervenuto solo per fare da paciere tra Alberto e Sara, la ragazza di cui era invaghito. Yoan sarebbe stato ammazzato a tradimento dal suo migliore amico che gli ha inferto tre coltellate per un'assurda e immotivata gelosia. Versione confermata anche da Sara che, sotto choc per quanto accaduto, ha detto che lei e Yoana erano "molto amici, ma solo questo.

Era Alberto che credeva che tra di noi ci fosse qualcosa". La ragazza ha riferito che Yoan e Alberto non erano affatto rivali in amore. "Sono distrutta perché pur di aiutarmi e starmi vicino, Yoan ci ha rimesso la vita".

E ora, la confessione via social, oltre ad essere inquietante, sta creando problemi a tre famiglie che, per ragioni diverse, sono unite dallo stesso dolore: chiunque può risalire ai nomi e cognomi delle persone implicate, creando tensione aggiuntiva in un contesto già straziato. "Vogliamo solo essere lasciati in pace". dice Sara. In molti, in queste ore si chiedono come mai il profilo del reo confesso non sia stato ancora oscurato. La vittima e il suo assassino erano nati e cresciuti nello stesso paese, Comignago. La notte finita tragicamente doveva essere solo un'occasione di divertimento. Le circostanze in cui è scaturita e le modalità della lite ancora poco chiare, saranno oggetto d'indagine.