Una tragedia che poteva essere evitata. A Genova sono in arrivo oltre 450 familiari delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi avvenuto alle 11:36 del 14 agosto di un anno fa. Mentre sono in corso i preparativi per la commemorazione sotto la pila del nuovo viadotto in costruzione, uno studio della Nasa, oltre i dati strettamente tecnici, rivela che il ponte ha iniziato a deformarsi dal 2015.

Da quattro anni, c'erano indizi che la catastrofe avrebbe potuto essere scongiurata. Intanto alla procura di Genova sono stati inviati i risultati di altri studi italiani.

Sette mesi prima del crollo, oscillazioni di 10 centimetri

Otto giorni prima del crollo, c'erano stati movimenti 'importanti' della sede stradale e della base della pila nove. Sette mesi prima, oscillazioni di nove, ma anche dieci centimetri. Il Jet propulsion laboraty di Pasadena che si occupa di progettazione e costruzione di sonde spaziali per conto della Nasa, ha studiato il ponte Morandi avvalendosi di una metodologia innovativa che riesce a individuare spostamenti anche millimetrici di qualsiasi struttura. Nell'indagine, gli esperti si sono avvalsi di dati storici individuati in 15 anni dal satellite radar Cosmo Sky-Med, messi a disposizione da chi come Carlo Terranova, geologo del Ministero, dell'Ambiente è tra i sei scienziati che hanno preso parte alla ricerca.

Lo studio, anticipato dal Corriere della Sera e dal Secolo XIX, evidenzia che il ponte Morandi negli anni dal '92 al 2011, non si è mai mosso, ma la pila crollata ha subito una torsione, e negli ultimi sei mesi di vita della struttura la situazione era peggiorata. Dal 2015, aveva iniziato a muoversi e le più significative deformazioni sarebbero accadute tra marzo 2017 e agosto 2018.

Secondo l'agenzia spaziale americana, se le serie storiche dei dati satellitari fossero state elaborate ed utilizzate in tempi opportuni, si sarebbe potuto lanciare un allarme all'amministrazione competente ed evitare la strage. Le cose, però, non sarebbero così facili: per Alessandro Coletta, capo dell'Unità di osservazione della terra dell'Agenzia spaziale italiana, è molto difficile prevenire, e finora analisi del genere mettendo insieme questo tipo di dati sono state fatte solo a posteriori.

Quattro studi dell'agenzia spaziale italiana acquisiti dai pm

Nel frattempo, la procura di Genova ha acquisito quattro studi fatti sulla base delle stesse serie satellitari storiche ma dall'Agenzia spaziale italiana. I report italiani, acquisiti dai consulenti dell'accusa per capire le cause del crollo, sarebbero molto più asettici rispetto ai corrispettivi americani. Secondo indescrizioni, lo studio Nasa avrebbe allarmato ambienti ministeriali, specie dirigenti delle Infrastrutture già indagati per la questione della vigilanza. La comunità scientifica, inoltre, sarebbe divisa perché non tutti riterrebbero affidabili i dati satellitari. Di per sé, non avrebbero rivelato situazioni d'allarme e le deformazioni del ponte sarebbero 'fisiologiche'.

Ma per il geologo Terranova, reduce dall'altro studio americano, è evidente che il ponte Morandi fosse sottoposto a un altissimo stress e il crollo poteva essere evitato. Terranova ipotizza che il terreno su cui poggiava il ponte si sia mosso negi anni: il satellite può vedere anche queste variazioni, se usato a scopo preventivo.

La commemorazione del 14 agosto

Mercoledì prossimo, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e delle massime cariche statali, si terrà la cerimonia commemorativa delle 43 vittime che il 14 agosto di un anno fa, hanno perso la vita a causa del crollo del ponte. La celebrazione si svolgerà nel piazzale allestito dove sta sorgendo la pila nove, la prima del nuovo ponte in costruzione che sta realizzando 'PerGenova', joint venture tra Fincantieri e Salini Impregilo.

La pila è già alta 26 metri, ma dovrà arrivare a quota 37. Alle 10:00, l'arcivescovo della città, Angelo Bagnasco, celebrerà la messa. Alle 11:36, ora del crollo del ponte, le campane di tutte le chiese di Genova suoneranno a lutto.

"Sarà messo da parte ogni aspetto autocelebrativo", dice il sindaco e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci che sta organizzando una giornata all'insegna della sobrietà per accogliere i familiari delle vittime e per ricordare anche chi quel giorno ha perso tutto. Sono 566 i cittadini che abitavano nelle case costruite sotto il viadotto e che sono stati immediatamente sfollati. A fine agosto, termineranno le ultime operazioni di demolizione del ponte crollato. Per lo smaltimento dei detriti, è in corso una trattativa e il comune attende la risposta da parte del ministero dell'Ambiente.