Sette giovani sono stati arrestati questa mattina, 3 agosto, per la strage di Corinaldo, sei dei quali con l'accusa di omicidio. Nelle prime ore del mattino c'è stata una svolta alle indagini portate avanti dal comando provinciale dei Carabinieri di Ancona. Si indagava per omicidio plurimo.
La tragedia del dicembre scorso
La tragica vicenda è accaduta l'8 dicembre 2018 presso la discoteca Lanterna Azzurra dove era in programma un concerto di Sfera Ebbasta.
Quella notte sono morte sei persone: 5 giovani tra i 14 e i 16 anni e una mamma di 39 anni che accompagnava sua figlia.
Poco prima dell'arrivo del trapper, qualcuno ha emanato nell'aria uno spray al peperoncino rendendo l'ambiente una trappola da cui fuggire. La folla, presa dal panico si è precipitata in direzione dell'uscita d'emergenza, ma la balaustra della rampa non ha retto il peso e numerosi sono stati i feriti schiacciati dalla calca. La sciagura ha portato al sequestro della discoteca Lanterna Azzurra e all' avvio di un'inchiesta per omicidio plurimo.
La svolta e gli arresti dei responsabili
Questa mattina, la svolta: il Gip del Tribunale di Ancona ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sette persone, tutte residenti nella provincia di Modena.
I sette arrestati sono accusati di associazione a delinquere al fine di furti con strappo e rapine e sei di loro hanno in aggiunta l'accusa di omicidio preterintenzionale e lesioni personali.
I giovani, di età compresa tra i 19 e i 22 anni, erano presenti nella discoteca di Corinaldo la notte della strage e dalle indagini sono considerati responsabili di aver diffuso lo spray al peperoncino all'interno del locale.
L'indagine, sotto la guida del tenente colonnello Americo Di Pirro ha portato al gruppo di giovani che faceva parte di un'organizzazione che effettuava furti e rapine all'interno delle discoteche situate al centro e nord Italia.
La notte della tragedia, il gruppo aveva portato a termine cinque rapine e un furto prima di scatenare il panico al Lanterna Azzurra. Grazie alle intercettazioni telefoniche e a una traccia biologica sul tappo dello spray urticante, si è potuti arrivare alla svolta che portato agli arresti. La modalità che la banda metteva in atto per i suoi furti era di creare il caos nei locali per ricavare una via di fuga dopo i colpi messi a segno.
La procuratrice di Ancona, Monica Garulli ha fatto sapere che dopo la strage di Corinaldo, la banda ha continuato a commettere settimanalmente i reati di furto e rapine, ma evitando l'uso dello spray.
Il Prefetto di Ancona, Antonio D'Acunto ha ringraziato l'Arma dei Carabinieri per la complessa operazione che ha svolto per arrivare al risultato di oggi.