La prima campanella dell'anno scolastico è suonata solo da pochi giorni e già sono iniziate le polemiche. In diverse scuole elementari di Pisa alcuni genitori sono in 'rivolta' perché, in uno dei libri di testo adottati, si racconta anche la storia di Dorin, una piccola rom. Il malcontento è stato raccolto dall’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi che ha attaccato: "E' assurdo. La realtà è rovesciata". Diversa la posizione dell'autore e degli insegnanti.

La piccola Dorin

Dorin è la protagonista del libro Girogirotonda, scritto nel 2003 dal giornalista bolognese Federico Taddia ed edito da Mondadori (collana Oscar Primi Junior).

La piccola è uno dei tanti rom (anche se nel testo non viene definita così) che vive per strada, lavando i vetri agli incroci e vendendo fazzolettini. La sua non è una vita semplice, ma riesce comunque a trovarci il lato buono. Un giorno, però, il "suo" semaforo scompare per fare posto ad una nuova rotonda in cemento. Come farà la bimba a guadagnarsi quei pochi, ma indispensabili spiccioli? In suo aiuto, arriverà una magica orchestra che con la musica trasformerà ogni cosa.

Dorin non frequenta la scuola, ma sui banchi ci è finita lo stesso: la sua storia - o meglio un estratto, riadattato - è stata inserita in un testo scolastico di cittadinanza attiva (‘Tutti cittadini attivi con Rudi'. Edizioni il capitello ) che ha come protagonista un piccolo extraterrestre.

Il volume, una sorta di sussidiario, è stato adottato da molti istituti toscani.

La protesta

I genitori di alcuni bambini iscritti alla prima classe di un'elementare pisana, dopo aver letto la storia di Dorin, hanno protestato, trovando "fuorviante" il messaggio trasmesso in quanto, sostengono che nelle schede didattiche che accompagnano il testo non si faccia riferimento al rispetto delle regole.

Susanna Ceccardi, l’europarlamentare della Lega che tra poco diventerà mamma di Kinzica, ha raccolto le proteste, annunciando anche un'interrogazione parlamentare.

Dopo aver ripercorso la descrizione della piccola Dorin, la "leonessa" (così è soprannominata la ex sindaca di Cascina) ha commentato che se fosse semplicemente uno spaccato di vita quotidiana, sotto gli occhi di tutti, non avrebbe nulla in contrario.

Il problema, a suo dire, è che il brano è stato inserito in un sussidiario della primaria senza precisare che la bambina non dovrebbe fare accattonaggio e non dovrebbe vivere in una roulotte. "La realtà viene rovesciata" ha aggiunto precisando che non è possibile che situazioni in bilico tra legale ed illegale siano presentate come un esempio positivo ed utilizzate per formare le nuove generazioni. Ceccardi, dopo aver affondato il colpo: "L’integrazione è un principio sacrosanto, ma andrebbe insegnato anche ai genitori dei bambini stranieri", ha notato che nel testo non sono presenti informazioni sul nostro Paese o sulla nostra cultura e mancano anche riferimenti alle nostre leggi e tradizioni.

La replica dell'autore

Federico Taddia, "padre" di Dorin, precisando che il brano non ha necessità di essere contestualizzato si è detto pronto ad andare nelle classi a spiegarne il significato. Quindi ha aggiunto che il suo racconto vuole aiutare a guardare l’altro, chiunque fosse. E, relativamente alle schede didattiche, a suo dire ben fatte, ha dichiarato: "Uno stimolo, uno spunto per discuterne insieme".

Alessandro Castellano, del Capitello, ha aggiunto che la storia di Dorin può essere letta ed interpretata come meglio si crede, ma è inserita in un testo che vuole mostrare ai piccoli alunni come vivono quotidianamente i loro compagni. Quindi, ha precisato: "Negli esercizi che seguono si chiede di indicare i diritti negati.

E' un invito a riflettere".

Anche la professoressa Teresa Bonaccorsi, preside delle Scuole Elementari "E. Toti", ricordando che l'adozione del testo è stata decisa durante i consigli di classe con i genitori, è intervenuta nel dibattito spiegando che nel brano si cita la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini. "L’obiettivo è far meditare" ha concluso.