L'Antico Caffè di Marte ha chiuso. Il ristorante a due passi da Castel Sant’Angelo (Roma) è finito nella bufera per un maxi scontrino da quasi 430 euro rifilato a due turiste giapponesi. Nelle scorse ore è stato reso noto che il locale è stato chiuso e multato. Non però per il 'conto pazzo' (i prezzi erano regolarmente indicati in menù), come ci si potrebbe aspettare, ma per alcune irregolarità relative all'occupazione del suolo pubblico.

429 euro per due piatti di spaghetti

Non è la prima volta e non sarà neppure l'ultima. In qualche città turistica italiana, degli ingenui visitatori (solitamente asiatici) finiscono in qualche locale acchiappa-turisti dove vengono spennati.

L'ultimo caso è accaduto in pieno centro a Roma. Due giapponesi in visita nella Capitale, lo scorso 4 settembre si sono fermate a mangiare all'Antico Caffè di Marte e hanno preso due piatti di spaghetti al cartoccio e dell'acqua. A fine pasto, però l'amara sorpresa. Come da loro riportato su Facebook (con tanto di foto) il conto è stato di ben 429,80 euro (349,80 euro più la 'mancia' di 80 euro che sarebbero state obbligate a lasciare).

Ovviamente, la questione ha indignato il web, sollevando il solito polverone di polemiche e critiche. Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, ha invocato addirittura l'intervento del Campidoglio, asserendo che episodi come questi sono causa, per Roma, di danni economici ben superiori ai 430 euro dello scontrino.

"L’immagine della Capitale agli occhi del mondo - ha spiegato - viene e ancora una volta lesa, con gravi effetti diretti sul turismo e su tutti gli esercenti che si comportano in maniera corretta".

Locale chiuso, ma il conto era in regola

Il Messaggero, nelle scorse ore, ha reso noto che il ristorante pizzeria di via Banco di Santo Spirito è stato chiuso.

Lo scontrino da 429 euro, però non c'entrerebbe nulla (o quasi). Come spiegato dal legale dell'Antico Caffè di Marte, l'avvocato Carlo Scorza, i prezzi erano indicati sul menù e le due turiste, al momento del pagamento, hanno deciso di lasciare una mancia ai camerieri di 80 euro. Il proprietario ha inoltre precisato che le giovani non hanno preso solo dei primi, ma anche del pesce che - come riportato chiaramente sul listino prezzi - si paga al chilo: 100 grammi di pesce misto fanno 6,5 euro, dunque, considerando che hanno consumato 4,8 chili di pesce, il conto è stato di 312 euro.

Allora, perché il locale è stato chiuso? Le accese polemiche social hanno spinto la polizia locale di Roma a fare dei controlli nel ristorante e gli agenti, dopo aver verificato che i prezzi applicati corrispondono a quelli indicati nei menù, hanno rilevato alcune irregolarità inerenti l’occupazione del suolo pubblico. Alcuni tavolini, infatti, sarebbero stati sistemati al di fuori dagli spazi consentiti. Si è così disposta la chiusura del ristorante. Inoltre, è stata elevata anche una multa per gli 80 euro di mancia aggiunti al conto.