È durato solo poche ore il clamore per il presunto arresto di Xavier Dupont de Ligonnès, il cinquantenne sparito nel nulla da otto anni e sospettato di aver compiuto una strage in famiglia. Infatti, una settimana dopo la sua misteriosa scomparsa nel 2011, la polizia aveva ritrovato nel giardino della casa di Nantes i corpi della moglie Agnès, 48 anni, dei quattro figli Arthur (21), Thomas (18), Anne (16) e Benoît (13) e perfino dei due cani labrador: tutti erano stati narcotizzati, uccisi con dei colpi di carabina alla testa e poi fatti a pezzi.

Venerdì sera si è diffusa in tutto il mondo la notizia del fermo del “mostro di Nantes”, appena sceso da un volo proveniente da Parigi, nell’aeroporto di Glasgow. Sembrava che finalmente si fosse vicini alla soluzione di questo mistero che ha lungo occupato le prime pagine in Francia, ma l’esame del Dna ha frenato ogni entusiasmo.

L’uomo fermato in aeroporto non è Xavier Dupont de Ligonnès

Le analisi sul codice genetico della persona fermata hanno stabilito con certezza che non si tratta di Xavier Dupont de Ligonnès. Tutto era partito da una telefonata anonima arrivata a Scotland Yard venerdì pomeriggio: la soffiata annunciava la partenza dall’aeroporto Charles De Gaulle del ricercato. La polizia non era riuscita a fermare in tempo il volo: quindi si è aspettato che il velivolo atterrasse in Scozia per arrestare il sospetto.

Subito i media avevano diffuso la notizia, sostenendo che il volto dell’individuo fosse irriconoscibile, forse perché nel frattempo il cinquantenne era ricorso alla chirurgia plastica per cambiare i connotati. Invece si trattava di una persona del tutto estranea alla vicenda. Il suo nome era davvero quello riportato sul passaporto che aveva con sé: Guy Joao, residente a Limay, cittadina poco distante da Parigi.

Una segnalazione che si è rivelata del tutto infondata

Un vicino di casa ha raccontato alla radio Europe 1 la storia di Guy Joao: si tratta di un uomo fisicamente molto diverso da Xavier Dupont de Ligonnès, alto e con la faccia tonda. Venerdì ha preso l’aereo come faceva abitualmente per tornare da sua moglie che vive a Glasgow.

Quest'ultima è rimasta sconvolta quando ha saputo dell’arresto del coniuge e non è riuscita a lungo ad avere sue notizie. Ma sabato mattina è finalmente arrivata la conferma dal Dna: la soffiata giunta alla polizia si è rivelata infondata. Si tratta dell’ennesimo falso allarme in una vicenda che continua da anni, con avvistamenti, segnalazioni e indagini ininterrotte da parte degli investigatori. In molti sospettano che il mostro di Nantes si sia ucciso subito dopo la strage, mentre altri sono sicuri che l’uomo – amante della vita agiata, ma oberato dai debiti – sia riuscito a scappare in qualche località al sicuro.