Una telefonata davvero drammatica è giunta ai carabinieri nel pomeriggio di domenica scorsa: “Ho subito violenza, vi prego, aiutatemi – implorava una voce femminile – non so nemmeno dove mi trovo”. Immediatamente è scattato l’allarme ed i militari dell'Arma, dopo i dovuti accertamenti, hanno scoperto il luogo da cui è partita la chiamata: un appartamento a Sesto San Giovanni, nell’hinterland milanese. Al termine delle indagini lampo in tarda serata è stato arrestato un peruviano di 43 anni, con l'accusa di aver abusato di una 35enne, residente a Milano.

L’uomo aveva dei graffi su tutto il corpo, dovuti – secondo la vittima – al suo disperato tentativo di difendersi durante l’assalto dello stupratore; ma anche il collo della giovane presentava diversi lividi, che farebbero pensare ad un’aggressione particolarmente brutale.

Il pomeriggio trasgressivo passato in una casa sfitta

Come accade sempre in questi casi, gli inquirenti si muovono nel massimo riserbo; ma, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, gli esami effettuati sulla donna presso la clinica Mangiagalli confermerebbero le violenze. Tuttavia la vicenda, avvenuta in un contesto di degrado, resta ancora poco chiara: comunque è emerso che vittima ed aguzzino non si erano mai conosciuti prima del pomeriggio di domenica.

Secondo le prime ricostruzioni, la 35enne frequentava da tempo un altro peruviano: sarebbe stato quest’ultimo a presentarle l’arrestato, che avrebbe portato i due in un appartamento sfitto a Sesto San Giovanni, di cui conservava ancora la chiave, avendoci vissuto in passato. I carabinieri sospettano che i tre abbiano consumato alcol e sostanze stupefacenti insieme durante l’incontro.

Il racconto delle violenze

Nel corso del pomeriggio trasgressivo la donna avrebbe anche avuto un rapporto carnale consensuale con il suo conoscente; ma, dopo un po’, quest’ultimo si sarebbe allontanato dall’appartamento per sbrigare delle commissioni, lasciandola sola a dormire. A quel punto, l’altro uomo presente in casa l’avrebbe aggredita.

Dopo una breve colluttazione, in cui la giovane avrebbe cercato di ribellarsi con tutte le forze, la vittima sarebbe stata sopraffatta e costretta a subire gli abusi: le numerose ferite sui corpi di entrambi testimonierebbero la violenza di quei momenti. Quando la 35enne è di nuovo rimasta da sola, è riuscita a procurarsi un cellulare per chiamare i soccorsi. Ma, come detto, non è stata in grado di spiegare dove si trovasse in quel momento. Medici e carabinieri sono potuti intervenire solo quando è stata rintracciata con certezza l'abitazione da cui è partita la telefonata. Mentre un’ambulanza trasportava la giovane alla Mangiagalli, i militari dell’Arma hanno identificato il presunto aggressore: si tratta di un peruviano privo del permesso di soggiorno, di un lavoro e di una dimora, già conosciuto dalle forze dell’ordine, visti i suoi precedenti penali per resistenza a pubblico ufficiale.