I test del DNA hanno confermato la morte di Abu Bakr al-Baghdadi, dal 2014 a capo dell'Isis.
Secondo quanto riportato dalle fonti del Pentagono, l'ex leader si sarebbe fatto esplodere dopo un breve scontro a fuoco avuto con i soldati americani che erano riusciti a introdursi nel compound in cui si nascondeva, provocando anche la morte di due delle sue mogli e tre figli.
Il comandante curdo Mazloum Abdi ha annunciato via Twitter che durante il raid americano avrebbe perso la vita anche il braccio destro di Al Baghdadi, Abu Hassan al Muhajir.
Nel corso della conferenza stampa di ieri (avvenuta alle 15 ora italiana) il Presidente USA Donald Trump ha espresso tutta la sua soddisfazione: "[...] è morto dopo essere fuggito in un vicolo cieco.
Era un uomo malato e depravato, violento, ed è morto come un codardo, come un cane, correndo e piangendo".
Trump ha ringraziato Iraq, Russia, Siria e Turchia per aver contribuito alla buona riuscita dell'operazione, e ha dichiarato, con fermezza, che le truppe americane non torneranno mai più in Siria. "La Siria e la Turchia devono decidere per conto loro [...]. Io voglio che le nostre truppe restino a casa".
La storia del Califfo invisibile
Nato a Samarra nel 1971, da sempre cittadino di Baghdad, era uno studente di teologia coranica.
Sfuggito più volte alla morte e con una taglia sulla testa da più di 25 milioni di dollari, Abu Bakr al-Baghdadi era già stato catturato nel 2004 a Falluja, roccaforte dei sunniti, ma venne rilasciato dopo cinque anni di prigionia, considerato uno dei tanti insorti.
Non ci si rese conto che durante la sua prigionia, il futuro Califfo aveva avuto il tempo di scalare i ranghi di Al Qaeda e fare, nel 2014, il salto di qualità, diventando il terrorista più pericoloso del mondo dopo essersi proclamato leader operativo e spirituale dell'Isis.
Il Califfato non molla: la Jihad continua, l'erede di Al Baghdadi sarebbe già stato nominato
L'entusiasmo di Trump viene subito smorzato dal Califfato, che assorbe il colpo ed esorta i suoi seguaci nel mondo a continuare la jihad.
Il sedicente Stato Islamico si è già riorganizzato ed è già trapelato il nome del suo erede; si tratterebbe di Abdullah Qardash.
Di lui non si sa molto se non che sarebbe un ex militare già al servizio del fu dittatore dell'Iraq Saddam Hussein.
Il suo nome sarebbe in circolazione già dallo scorso agosto e a sceglierlo sarebbe stato proprio il Califfo Al Baghdadi, probabilmente perché consapevole della sua imminente fine.
A questo proposito, l'ex agente della CIA Robert Baer, esperto di medio Oriente e terrorismo sostiene che l'erede del Califfo sarà sicuramente più efficace, pragmatico e razionale. Questo perché le atrocità perpetrate da Al Baghdadi hanno reso inaccettabile il sedicente Stato Islamico persino ad alcuni tra i musulmani più radicali.