Non c'è tregua per tutti gli attori coinvolti nella spinosa e storica questione della Brexit: all'indomani dell'approvazione alle elezioni anticipate al 12 dicembre inizia la campagna elettorale e saltano fuori nuovi grattacapi per Boris Johnson, il premier conservatore protagonista indiscusso di questi ultimi mesi di tira e molla con Bruxelles, che ora si ritrova a subire le pressioni di Nigel Farage. Il leader di UKIP (United Kingdom Independence Party, il Partito per l'Indipendenza del Regno Unito) ha infatti lanciato un monito molto chiaro al primo ministro: "Se vai alle elezioni da solo perdi"; Farage ha quindi proposto un'alleanza strategica, a condizione che il patto appena stipulato con l'Unione Europea venga stracciato e si proceda senza indugi per una Brexit no deal.
Tuttavia, le due settimane concesse a Johnson per riflettere sulla proposta non sono state necessarie e, in fondo, forse, il sostenitore più strenuo della Brexit no deal se lo aspettava. Intervistato dalla Bbc, il premier ha spiegato il motivo del suo rifiuto e dell'assurdità di nuove alleanze: il Parlamento, di nuovo bloccato, non sarebbe in grado di lavorare e soprattutto, ed è questa la ragione principale, si rischierebbe di regalare la residenza del numero 10 di Downing Street a Jeremy Corbyn, leader dei Labour.
Nonostante questo, la questione da dirimere è estremamente complessa, perché dare modo a Nigel Farage di candidarsi da solo, quindi in contrapposizione ai Tories, potrebbe dare come risultato una divisione dei voti dello schieramento Leave avvantaggiando quello del Remain.
Un'alleanza, invece, sottrarrebbe a Corbyn gran parte del suo elettorato: i laburisti, che sono tradizionalmente contro l'establishment, non sono necessariamente tutti di sinistra, e in un paese dove la maggior parte degli elettori considera Bruxelles la cellula cancerosa che causa tutti i suoi mali, il profilarsi di una nuova forza anti-sistema (per quanto questa sia costituita da figure considerate elitarie) risulta allettante come il canto delle sirene per i marinai.
Per tutti questi motivi, non si deve cadere nell'errore di dare per scontate le prossime mosse di Johnson che potrebbe anche decidere di trovare un compromesso.
Arriva l'endorsement di Trump: 'So che voi due finirete per fare qualcosa di straordinario'
In aiuto di Farage arriva il Presidente USA Donald Trump, che è intervenuto in diretta nel programma radiofonico condotto dal leader del Brexit Party con parole di solidarietà.
"Se vi alleate sarete una forza inarrestabile" ha detto. Il leader americano condivide integralmente la posizione di Farage, sostenendo che solo con il tanto agognato no deal il Regno Unito sarebbe libero di negoziare e stipulare accordi commerciali con altri Paesi e sottolineando che è proprio a causa di alcuni punti dell'accordo raggiunto con Bruxelles che gli Stati Uniti non potranno concludere, in futuro, accordi commerciali di libero scambio con il Regno Unito.
Intanto, Johnson e Corbyn si preparano ad affrontare il dibattito televisivo programmato per il prossimo 19 novembre. Stay Tuned.