Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco ai militari italiani avvenuto domenica 10 novembre. A riferirlo è stato il Site, un’organizzazione di intelligence che monitora le attività terroristiche attraverso internet. Il comunicato di rivendicazione è stato diffuso tramite Amaq, il principale organo di propaganda dell’Isis, in cui si legge che "con l'aiuto di Dio" i soldati del Califfato hanno colpito il mezzo che trasportava esponenti della "coalizione internazionale crociata ed esponenti dell'antiterrorismo peshmerga" con un ordigno che ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento dei militari italiani e peshmerga.
Cinque i militari italiani coinvolti nell'attentato
L'attentato, lo ricordiamo, è avvenuto intorno alle 11 locali, a nordest del Paese, nel Kurdistan iracheno. I militari italiani stavano svolgendo un’attività di supporto a forze speciali peshmerga e ne sono rimasti coinvolti cinque, tre dei quali in modo grave (ma nessuno sarebbe in pericolo di vita), mentre gli altri due hanno riportato micro-fratture e lesioni minori.
Il generale Marco Bartolini, ex comandante della Folgore e del contingente italiano in Afghanistan ed ex capo delle forze speciali italiane, ha dichiarato che l’attentato è il rischio che corre chi opera sul campo. E aggiunge che i militari italiani impegnati in Iraq "sono persone preparate, che sanno quello che fanno e lo fanno con passione".
Tuttavia, prosegue, non può essere garantita una sicurezza totale, soprattutto quando si ha a che fare con gli IED (gli esplosivi artigianali).
Nel frattempo la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine affidate ai carabinieri del Ros. L’accusa è quella di attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime.
La presenza militare italiana in Iraq come argine al terrorismo
Dopo una riunione, il Consiglio Supremo di Difesa ha rivendicato l'impegno e l'importanza della presenza delle forze armate in Iraq e in altre "aree di instabilità" come argine al terrorismo. L'attacco al contingente italiano, si legge nel comunicato che ha fatto diramare, conferma la pericolosità e la minaccia del terrorismo transnazionale, per l'Italia e per la Comunità Internazionale.
Viene quindi ribadita la necessità della presenza italiana nelle principali aree di instabilità e dello sviluppo di strategie comuni finalizzate alla lotta contro questo fenomeno.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appena informato dell'attentato, ha espresso la sua solidarietà e la sua vicinanza ai militari italiani, mentre il Ministro per la Difesa, Lorenzo Guerini, ha assicurato di seguire costantemente gli sviluppi dell'attentato.