È già tornata libera la 22enne accusata di aver investito, martedì mattina, una mamma con il suo bimbo di due anni a Coccaglio (comune alle porte di Brescia). La giovane, che è fuggita subito dopo l'incidente, era stata rintracciata dalla polizia locale e dai carabinieri anche grazie alle numerose telecamere di sicurezza installate in paese. La ragazza, commessa, si è giustificata dicendo che c'era scarsa visibilità e non si è accorta di nulla: "Pensavo di aver preso un paletto" ha dichiarato. Il piccolo Ishaan, è ancora ricoverato all'ospedale Bergamo e sta lottando tra la vita e la morte.

L'incidente

L'incidente è accaduto martedì mattina, intorno alle 8.30. Una giovane mamma di origine indiana residente da tempo in Franciacorta stava accompagnando alla scuola materna la primogenita di cinque anni. Con loro c'era anche Ishaan, il figlio più piccolo, nel passeggino. All'altezza di via Achille Grandi, la donna è i figlioletti hanno attraversato, sulle strisce pedonali, la strada, ma proprio mentre stavano lasciando il marciapiede, un'utilitaria, una Fiat 500, è sopraggiunta e ha urtato le ruote anteriori della carrozzina, scaraventando il piccolo ad almeno 5 metri di distanza. Il terribile incidente non ha avuto testimoni: i soccorsi, infatti, sono stati chiamati, pochi minuti più tardi da alcuni automobilisti di passaggio.

Sul posto, è giunto subito l'elisoccorso proveniente da Brescia che ha trasportato il bambino all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dove è tutt'ora ricoverato in prognosi riservata per un serio trauma cranico.

La conducente dell'auto, una 22enne residente a Coccaglio, ha invece proseguito la sua corsa senza fermarsi, ma grazie alle indagini serrate condotte dalla Polizia Locale del Montorfano (coordinata dal Comandate Luca Ferrari) la responsabile è stata individuata in meno di 24 ore.

Gli agenti sono arrivati a lei grazie ad un dettaglio importantissimo fornito dalla mamma del piccolo, rimasta illesa ma sotto choc ("Era un'utilitaria di colore blu") ed a un meticoloso lavoro di ricerca e comparazione.

'Pensavo di aver preso un paletto'

Le forze dell'ordine, già nella tarda serata di martedì, hanno raggiunto la residenza della 22enne e hanno chiesto del fratello, in quanto la Fiat 500 risultava intestata a lui.

La macchina, però, era utilizzata dalla giovane che, in quel momento, era ancora al lavoro, nella vicina Erbusco. L'auto è stata ritrovata, infatti, presso il parcheggio di un esercizio commerciale, e subito, gli inquirenti, hanno notato un’ammaccatura sul fanale anteriore destro.

Accusata di omissione di soccorso e lesioni stradali gravi, per la 22enne sono subito scattati gli arresti domiciliari. Oggi, il gip Christian Colombo del tribunale di Brescia ha interrogato la ragazza e, nonostante il pm Ambrogio Cassiani avesse chiesto la convalida dell'arresto e il mantenimento dei domiciliari, ha deciso di non procedere alla convalida. La 22enne è dunque ritornata libera: il gip non ha infatti riconosciuto l'arresto in flagranza di reato (e neppure quello in quasi flagranza).

La giovane, sembra che si sia giustificata sostenendo di non essersi accorta di nulla: "Pensavo di aver preso un paletto" ha dichiarato spiegando che a causa del vetro appannato e del "sole basso" aveva scarsa visibilità. "Non mi sono fermata - ha aggiunto - perché ero nel panico e credevo di aver rotto l'auto".

La Procura di Brescia, nelle scorse, ha presentato ricorso contro la mancata convalida del fermo.