Nella giornata di oggi l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato un allarme di tipo 'elevato' per i pericoli connessi alla diffusione del coronavirus. Ora il rischio non è più 'moderato', come era stato considerato appena domenica scorsa, ma alto a livello globale e molto alto in Cina. Dopo la città di Wuhan e la sua provincia, sembra infatti che il virus si stia propagando anche in altre zone più lontane dal focolaio della crisi.

Primo decesso a Pechino

Anche nella capitale Pechino è stato registrato il primo decesso. Si tratta di una persona di 50 anni al quale la polmonite virale era stata diagnosticata il 22 gennaio.

Il paziente è deceduto senza che i medici abbiano potuto fare nulla. Le autorità cinesi stanno cercando di arginare la diffusione dell'infezione tra la popolazione non solo isolando sempre più città e persone, ma anche investendo nuove risorse per un totale di 8 miliardi di euro. E due ospedali si stanno costruendo a tempo di record proprio a Wuhan, per ospitare i pazienti infetti o in pericolo.

Segnalazioni in Austria e Romania

Per il momento invece, fuori dal territorio cinese le segnalazioni di eventuali casi di presenza di coronavirus sono ancora molto limitate. In Europa i nuovi allarmi sono scattati nelle ultime ore in Austria e in Romania. Nel primo Paese vi sarebbero tre persone con sintomi che potrebbero far preoccupare le autorità sanitarie.

Sono tutte rientrate dall'Asia e sono state ricoverate per accertamenti negli ospedali di Vienna e Klagenfurt. Nel territorio rumeno, invece, era stato segnalato il caso di uno studente tornato sempre dalla Cina, in cura presso l'ospedale di Bacau a nord di Bucarest. Anche in Italia si registrano quasi giornalmente notizie di individui che sembra siano a rischio per la presenza di sintomi, o che si sottopongono spontaneamente ad esami per escludere la presenza della polmonite virale.

E' il caso di due cinesi rientrati a Pesaro dal loro Paese, ma che poi si è accertato avessero solo un banale influenza.

A Roma è caccia all'acquisto di mascherine protettive

Intanto a Roma è corsa all'acquisto di mascherine protettive da parte di cinesi che vivono nella capitale e vogliono inviare il prodotto ai loro parenti in Asia.

Ma a richiederle, secondo l'Ansa, sono anche persone che sono in partenza o si dirigono negli aeroporti. E così alcune farmacie si trovano già senza più scorte per soddisfare i loro clienti. Federfarma ha assicurato però che verranno rifornite presto. Nel frattempo in tutta Italia sono sempre più numerosi gli eventi e i festeggiamenti per il capodanno cinese che vengono annullati. Accade sia nella grandi città come Milano, dove vivono 30 mila persone di origine cinese, che in quelle più piccole come Perugia. Qui è stato rinviato il Festival delle arti dei bambini Cina-Italia in programma dal 5 al 7 febbraio. Impossibile far arrivare da Pechino studenti e insegnanti per realizzare la manifestazione. Per il momento non si prevedono date diverse.