Dalla provincia di Reggio Emilia arriva la cronaca di una storia dai contorni agghiaccianti. Nei giorni scorsi, dopo lunghe e complesse indagini, i carabinieri della città emiliana hanno arrestato un "orco" sessantenne (già noto alle forze dell'ordine) per reati continuati di prostituzione minorile, adescamento e pedopornografia. Al provvedimento restrittivo si è giunti in seguito alla denuncia di una madre che, controllando la chat sui social del figlio, ha capito che il ragazzo era vittima di abusi.

Le chat su WhatsApp

A febbraio 2019, una mamma di Reggio Emilia, leggendo le conversazioni su WhatsApp del figlio minorenne, ha scoperto che il giovane aveva rapporti sessuali con un sessantanne residente in provincia, in cambio di denaro, regali o altri favori.

Sconvolta, la donna si è recata dai carabinieri per sporgere denuncia. A riprova delle sue parole ha anche mostrato loro gli screenshot dei messaggi dal contenuto esplicito ed inequivocabile.

Cosi, gli uomini della sezione operativa della compagnia di Reggio Emilia, coordinati dalla Procura di Bologna, nello specifico dal Procuratore Capo Giuseppe Amato, hanno iniziato le indagini mirate che si sono svolte attraverso l'assunzione di informazioni testimoniali sommarie e svariate attività tecniche (in particolare appostamenti, pedinamenti, intercettazioni) e sono culminate con la perquisizione (con relativo sequestro) dei dispositivi telefonici ed informatici in uso all'indagato e alla vittima.

Le analisi del materiale raccolto, effettuate da un perito nominato dalla Procura, hanno permesso di acquisire una serie di incontrovertibili elementi di responsabilità a carico del 60enne.

L'arresto

Le accuse, pesantissime e gravissime, mosse all'orco 60enne (che avrebbe continuato la sua condotta fino a maggio 2019) si sono poi tramutate in arresto.

Il provvedimento restrittivo di natura cautelare, proposto dal sostituto procuratore Luca Venturi, è stato emesso dal Tribunale di Bologna.

Il reggiano, con precedenti per il reato di detenzione di materiale pedopornografico, è gia stato tradotto in carcere e dovrà rispondere davanti ad un giudice dei delitti gravissimi di adescamento di minori, prostituzione minorile e pedopornografia.

Sembra che l'uomo richiedesse alla vittima foto e filmati di nudo (che poi condivideva e divulgava sui social) o rapporti intimi in cambio di denaro o "utilità" varie (come sigarette o altri piccoli regali), ma non solo. Secondo gli inquirenti il sessantenne in più di un'occasione avrebbe accompagnato il minorenne ad acquistare sostanze stupefacenti fornendogli il danaro necessario.