Anna Cattarin, la mamma di Marco Cestaro, continua la battaglia per conoscere la verità sulla morte del ragazzo, trovato esanime il 16 gennaio del 2017, lungo i binari della ferrovia Treviso-Udine, a pochi passi dalla stazione di Lancenigo. Secondo i magistrati, il 17enne di Villorba (Treviso) si sarebbe tolto la vita, gettandosi sotto un treno; questa tesi non ha mai convinto la madre, secondo la quale il giovane è stato picchiato selvaggiamente da qualcuno, che poi avrebbe inscenato un suicidio. Infatti diversi elementi indicano che dietro alla morte di Marco potrebbe esserci la pista satanista: a cominciare dalla testimonianza di una studentessa che avrebbe ricevuto una terribile confidenza da un compagno di banco.

E poi ci sono ancora la misteriosa richiesta del ragazzo ad un’insegnante, per ottenere informazioni su Satana, e gli strani messaggi rinvenuti nella chat che il 17enne frequentava. La famiglia ora chiede al gip, che a marzo dovrà prendere una decisione in proposito, di far continuare le indagini, a differenza del magistrato che ha seguito il caso, per il quale l’ipotesi di omicidio non è plausibile.

La testimonianza della studentessa sulla fine di Marco Cestaro

La nuova testimone su cui puntano i legali della famiglia di Marco Cestaro è una studentessa, che qualche mese dopo la morte del 17enne ha ricevuto una confidenza dal compagno di banco. Il ragazzo ama la musica metal ed è solito disegnare simboli che richiamano il satanismo, come croci al rovescio e scrivere ripetutamente “666”.

Quella volta le avrebbe rivelato di aver incontrato ad un rave party un individuo che si era vantato di aver fatto del male ad un certo Marco. La giovane è rimasta sgomenta perché ha collegato subito quell’episodio alla morte di Cestaro. Adesso gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza chiedono al giudice di disporre nuove indagini su questa deposizione, ritenuta importante perché suggerirebbe la pista del satanismo, dietro al possibile delitto del ragazzo.

Le confidenze di Marco Cestaro all’insegnante

Era stato lo stesso Marco a parlare di rave party qualche ora prima della sua morte. Lo aveva fatto con la docente che lo stava seguendo per farlo migliorare a scuola. Infatti, quel giorno, prima di andare via al termine della lezione, il giovane le aveva chiesto se sapesse qualcosa sul satanismo.

Voleva che l’insegnante si informasse sull’argomento perché era preoccupato: infatti le aveva raccontato di aver partecipato diversi mesi prima ad un rave party molto particolare. Si era convinto che in quell’occasione tutti i giovani presenti avessero invocato il demonio, coinvolgendolo in un rito satanico: il 17enne aveva paura che quell’esperienza potesse procurare del male alle persone a lui più care.

La chat dei compagni di Marco Cestaro

Inoltre la madre di Marco Cestaro, una decina di giorni dopo la scomparsa del 17enne, ha scoperto l’esistenza di una chat di gruppo, a cui, oltre al figlio, partecipavano numerosi amici e compagni. Molte discussioni sono ormai cancellate, ma ogni tanto appaiono strane frasi, apparente incomprensibili, relative alla morte che, lette dopo la tragedia, fanno impressione.

Un partecipante addirittura esprime il desiderio di “essere l’addetto alla crocifissione di Gesù”. Difficile capire se si tratti di semplici giochi tra adolescenti o di qualcosa di più serio.

Il pacco di droga arrivato a casa di Cestaro

Infine c’è la questione del pacco con all’interno sostanze stupefacenti, arrivato a casa di Cestaro il giorno prima della sua morte. Anna Cattarin, una volta scoperto il contenuto, aveva litigato con Marco e aveva sequestrato la confezione, facendo arrabbiare il figlio. La donna da quel giorno si chiede se la droga fosse per lui, che dopo la morte è risultato negativo a tutti gli esami tossicologici, oppure se il ragazzo avesse fatto da prestanome per qualcuno. Un altro mistero che si aggiunge ai tanti di questa intricata vicenda.