I numeri sui nuovi contagi da Coronavirus, pur nel quadro di una situazione generale che rimane comunque sempre molto critica, iniziano in questi giorni a regalare qualche sorriso con una curva di nuovi positivi che appare in discesa. La strada, però, per vincere la guerra è ancora lunga.

A sottolinearlo è Andrea Crisanti, virologo dell'Università di Padova e consigliere del governatore Luca Zaia per l'emergenza virale in Veneto. Secondo il parere dell'esperto serviranno diversi mesi affinché si possa considerare scampato il pericolo, considerato che anche dopo quella che sarà un'eventuale ripartenza graduale delle attività produttive e del quotidiano occorrerà mettere in campo una serie di strategie di contenimento.

Impossibile, a suo avviso, fornire una data precisa, ma la certezza è che non sarà questione di giorni o di settimane. Tutti concetti che Crisanti ha evidenziato in un'intervista rilasciata a Il Tempo.

Crisanti parla di 'rischio accettabile'

La quarantena a cui, nelle ultime settimane, gli italiani sono stati costretti è destinata a continuare. E' ormai noto come le misure saranno estese oltre il 3 aprile, ma qualsiasi proroga non sarà sufficiente a coprire il periodo necessario affinché sotto il profilo epidemiologico si possa arrivare ad azzerare i contagi. Lo sottolinea Andrea Crisanti che, però, è ben consapevole che non si potrà chiedere ai cittadini di restare barricati in casa per tutto il tempo necessario a sbarazzarsi in maniera concreta dei rischi.

Tant'è che è lui stesso a sottolineare che, tra un po di tempo, si potrà abbracciare ciò che lui definisce un 'rischio accettabile. "Bisogna - ha detto - capire quale sia, procedere per gradi, con le dovute accortezze. Il pericolo reale è che se riapriamo tra un mese tutto, ad esempio a fine aprile, ci sia la probabilità di ricominciare d'accapo con una nuova emergenza".

Secondo il virologo c'è solo un sistema per farsi trovare pronti a scongiurare un'eventualità di questo tipo: attrezzarsi in maniera adeguata.

Per Crisanti bisogna attrezzarsi contro il virus

La strategia delineata da Crisanti riguarda anche contingenze che rappresentano situazioni di potenziale assembramento (si pensi agli operai delle fabbriche).

A suo avviso occorrerebbe predisporre l'utilizzo di adeguati dispositivi di sicurezza per tutti i lavoratori che vengano piano piano reintegrati oltre a prevedere delle misure di tracciamento per chi va a lavorare e chi no e per quali motivi. Un progetto questo che andrebbe sposato con un innalzamento della capacità diagnostica sia nel numero dei tamponi sia nel dosaggio degli anticorpi. Al momento il virologo vede lontani sia la terapia che il vaccino: "Si parla - ha detto - di anni, dai due ai quattro, nel frattempo la ripresa sarà graduale. Servono ad ogni modo altri quattro mesi per sconfiggere il coronavirus".