Quello dell'Organizzazione mondiale della sanità è stato forse un allarme inascoltato. Infatti, il massimo organismo mondiale per la tutela della Salute pubblica, nell'annuale rapporto pubblicato a settembre del 2019, il "Global Preparedness Monitoring Board" prendeva in seria considerazione l'arrivo di una pandemia provocata da uno sconosciuto virus respiratorio. Secondo quanto riferiscono i media nazionali, il rapporto parlava di una malattia simil-influenzale che avrebbe avuto la capacità di provocare dai 50 agli 80 milioni di morti e di spazzare via circa il 5% dell'economia mondiale.

Il rapporto ha questo titolo: "Un mondo a rischio".

Gli agenti patogeni respiratori si diffondono più rapidamente

Sempre secondo quanto dichiarato dall'Oms, i virus respiratori sono molto pericolosi, in quanto si diffondono tramite le goccioline che emettiamo dalla bocca o dal naso. Grazie ai moderni mezzi di trasporto poi tali virus hanno il potere di diffondersi dappertutto. Dalle parole utilizzate dall'Oms sembra proprio lo scenario che oggi si sta verificando con il Covid-19, il quale è partito dalla città di Wuhan, in Cina, ed ora interessa migliaia di persone nel mondo e ormai quasi tutte le nazioni. Il nostro Paese, come si sa, è uno dei maggiormente colpiti dal virus cinese: al momento da noi si registrano oltre 2000 morti e migliaia di infetti.

Le vittime sono per la maggior parte persone anziane, le quali avevano comunque delle patologie pregresse. Il coronavirus però colpisce anche persone più giovani e anche di mezza età. Sempre nel rapporto su detto, che consta di 48 pagine, si accennava ala possibilità che questo virus potesse diventare una vera e propria pandemia, dato che il male prospera proprio nel disordine.

Nel 2018 l'Oms riferiva del pericolo causato da una possibile pandemia di influenza

Nel rapporto annuale del 2018 invece, l'Organizzazione mondiale della sanità aveva già parlato del pericolo causato da una possibile pandemia del virus dell'influenza. In quell'occasione si diceva che non sarebbe stato possibile prevedere quando questa si sarebbe diffusa, ma che fosse accaduto l'intera economica globale e la società tutta ne avrebbero fortemente risentito.

"La storia ha dimostrato che le pandemie si diffondono a intervalli di 10-15 anni" - spiegava il rapporto. "Nel corso del ventesimo secolo ci sono state tre pandemie influenzali" - informa l'Oms, le quali sarebbero quella del 1918, 1957 e 1968. Nello stesso rapporto si informava del ruolo di primo piano che i cittadini e le famiglie in generale avrebbero dovuto avere per evitare lo scoppio di queste brutte infezioni. L'Organizzazione attualmente presieduta da Tedros Adhanom Ghebreyesus, dichiara ormai da tempo che i vaccini sono la soluzione primaria per combattere i virus influenzali, ma se ce ne fosse stato un nuovo non si sarebbe riusciti ad intervenire per tempo, in quanto il processo per testare un vaccino è molto lungo e richiede del tempo. Per questo misure come il distanziamento sociale sarebbero stati utili almeno nella prima fase dell'epidemia.