Aveva pianificato nei minimi dettagli l’aggressione alla sua ex, arrivando perfino a costruirsi un alibi per evitare di essere scoperto. Ma per fortuna la polizia è riuscita a ricostruire l’accaduto e ad arrestarlo poco dopo il tragico episodio, avvenuto a Roma nelle scorse ore. L’uomo, un impiegato di 46 anni, è uscito dall’ufficio in cui lavorava, a Pietralata, portando con sé un martello. Quindi ha preso un taxi, con cui si è recato presso l’abitazione della sua vecchia fiamma, nella zona di Capannelle. Poi ha deciso di attenderla nel garage condominiale del palazzo: l’aggressione è scattata poco dopo nel box auto, quando la vittima – un’italiana di 37 anni – è stata ripetutamente colpita alla testa con il corpo contundente, subito dopo essere scesa dalla propria vettura.

Ma, per fortuna della donna, che adesso versa in gravi condizioni, il manico dell’attrezzo si è spezzato all’improvviso, data la violenza delle percosse. Così l’aggressore è fuggito lasciandola riversa a terra, non prima di averle sottratto il computer portatile.

La sosta davanti alla stazione della metro per crearsi un alibi prima dell’aggressione

Secondo la ricostruzione della polizia, il 46enne avrebbe preso un altro taxi per tornare a casa al termine dell’aggressione. Inoltre si è scoperto che, durante il viaggio di andata, l’uomo avrebbe chiesto all’autista della vettura di fermarsi un attimo davanti ad una fermata della metropolitana, dove – per crearsi un alibi – avrebbe timbrato un biglietto, volendo dimostrare di trovarsi altrove nel momento dell’agguato, prima di riprendere la corsa verso il condominio in cui viveva la sua ex.

Un tentativo inutile, visto che gli agenti sono riusciti a ricostruire l’accaduto e ad arrestare il responsabile, mentre si trovava nei pressi della propria abitazione.

Le testimonianze dei vicini di casa sono state utili per individuare l’autore dell’aggressione

Gli uomini del commissariato Romanina sono immediatamente intervenuti nel luogo dell’aggressione, insieme agli agenti della Squadra mobile e della Polizia scientifica.

Sono arrivati sul posto anche i mezzi del 118, che hanno immediatamente trasportato in ospedale la vittima: la donna adesso è ricoverata con 45 giorni di prognosi, per le gravi ferite riportate alla testa. Nel frattempo è partita la caccia al responsabile, durante la quale, oltre agli indizi raccolti nel box auto, sono risultate fondamentali le testimonianze dei vicini di casa della 37enne che avevano udito le sue urla di aiuto, nel momento in cui l’ex la stava colpendo.

L’arresto del responsabile dell’aggressione nei pressi della sua abitazione

Immediatamente i sospetti si sono concentrati sull’ex fidanzato della vittima, che nel frattempo si era fatto una doccia e si era cambiato. Inoltre si era sbarazzato dei vestiti sporchi di sangue e della custodia del computer portatile rubato alla ex, che erano stati gettati in due diversi cassonetti distanti l’uno dall’altro. Dunque il sospettato dell’aggressione è stato fermato, dopo un breve tentativo di fuga, nelle vicinanze della propria casa. L’uomo avrebbe negato ogni coinvolgimento, ma i poliziotti hanno recuperato gli abiti e la custodia di cui si era liberato, mentre il portatile è stato scoperto all’interno dell’abitazione del 46enne.

Al termine degli accertamenti, il responsabile è stato arrestato con l’accusa di rapina aggravata e tentato omicidio: gli agenti l’hanno quindi accompagnato nel carcere di Regina Coeli. Nel frattempo le indagini proseguono: si vogliono chiarire i rapporti tra i due ex e soprattutto si cerca di spiegare il motivo del furto del computer della donna.