Ancora una famiglia distrutta dal Coronavirus. Dopo mamma Colomba e papà Franco, se n'è andato anche Sergio Bertino, ingegnere 53enne della Tenaris di Dalmine. La loro drammatica storia, raccontata dalla cugina Lia Scotti al quotidiano L'Eco di Bergamo, è l'emblema di quanto accaduto a Bergamo e provincia in queste settimane di emergenza sanitaria.

Il coronavirus ha distrutto la famiglia Bertino

Nelle pagine di cronaca del quotidiano bergamasco, oggi, giovedì 16 aprile, è stata pubblicata la lettera di Lia Scotti. La donna ha voluto ricordare il cugino Sergio, ucciso pochi giorni fa dallo stesso terribile virus che, in poche ore, gli aveva portato via entrambi i genitori

Come ricostruito dalla donna nella sua straziante missiva, Sergio Bertino se n'è andato sabato 4 aprile, lasciando la moglie Marina, i figli Marco e Giulia (ancora ragazzi) e la sorella Chiara.

Il 53enne era ricoverato in ospedale per coronavirus dal 14 marzo. Solo poche prima della corsa in ospedale, aveva dovuto affrontare la morte della sua amata mamma, Colomba Scotti e quella dell'adorato padre Franco Bertino.

Il dramma della famiglia Bertino è lo stesso di tante altre famiglie

Il ricovero di Sergio, come ha sottolineato Lia, ha segnato l'inizio di un cammino doloroso e difficile, dove la speranza s'intreccia a tanto, troppo dolore. Un cammino che, in questi tempi difficili, è stato vissuto, dignitosamente, da tante altre famiglie di Bergamo.

In un primo momento l'ingegnere, risultato positivo al coronavirus, era stato portato all'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dal suo letto, inizialmente, era riuscito ad inviare qualche messaggio ai familiari, preoccupati e lontani, e a sostenerli con grande amore.

Poi, però, le sue condizioni erano precipitate e si era reso necessario il trasferimento a Milano in terapia intensiva, un luogo che - come afferma la cugina - "recide i contatti". Qui, come migliaia di altre persone, si è spento solo, lontano dagli affetti più cari.

Sergio, ingegnere dolce stroncato dal coronavirus

Lia Scotti, nella sua lettera, ha voluto ricordare la competenza e la dedizione al lavoro di Sergio, ingegnere che per più di vent'anni ha lavorato alla Tenaris di Dalmine (la maggior produttrice e fornitrice a livello globale di tubi e servizi per l'esplorazione e la produzione di petrolio e gas) prima alla manutenzione e poi alla progettazione.

Ma Sergio Bertino, come ha sottolineato la donna nel suo scritto, non era solo un ingegnere. Era soprattutto un uomo, che amava la sua famiglia e coltivava mille passioni (la fotografia, la musica, soprattutto il jazz) e con il suo sguardo sereno (ereditato dalla mamma) era capace di prenderti per mano con il sorriso e l'intelligenza.

Lia, dopo aver riportato diversi episodi di semplice vita quotidiana, ha concluso dicendo che le sue parole non vogliono solo ricordare Sergio ed i suoi genitori, ma anche tante altre persone che in questo momento tragico se ne sono andati a causa del coronavirus. "Ci accompagni - ha concluso - e ci accompagnino nei giorni a venire".