In un'intervista ai microfoni di 'Rtl 102.5' del 7 aprile scorso, il virologo Fabrizio Pregliasco ha parlato del ciclo di ripresa post quarantena dal Coronavirus: la cosiddetta Fase 2. Il 4 maggio potrebbe essere, secondo le prime indiscrezioni la vera data di ripartenza, con cautela e gradualmente. Dal punto di vista del direttore sanitario del Galeazzi di Milano, "l'Italia non può fermarsi, ma dovrà tenere presente una prospettiva ed una possibilità che le braci (l'epidemia), come in un incendio possano riattivarsi e diventare, in qualche modo, motivo di una nuova fiammata".
La necessità di individuare i nuovi focolai
A parere del virologo, occorre riconoscere le zone di contagio, attrezzarsi a tal proposito, al fine di "tenere sotto controllo una malattia che ci terrà compagnia ancora per molto tempo". Secondo Pregliasco, le misure di restrizione previste per affrontare l'attuale pandemia stanno avendo un buon esito: il numero dei contagi in questi giorni è in calo. "La nostra attività di mitigazione, con il sacrificio di ognuno di noi nel restare a casa, ha abbassato la dimensione della curva, facendola diventare come il profilo di una collina e non di una montagna - asserisce Pregliasco e aggiunge - ma trascina in questo profilo una serie di casi e purtroppo dovremo ancora subire.
Ci sono tanti soggetti ancora non colpiti dalla malattia e di questo dobbiamo tenere conto nella ripresa di tutte le attività, che dovrà avvenire col massimo dell'attenzione". Alcuni esercizi, come le discoteche o comunque quei luoghi che comportano grandi assembramenti, in questo momento non possono riaprire, secondo lo scienziato.
C'è la possibilità che non basti un singolo tampone
Per gestire la fase che ci attende, si è anche pensato di puntare sugli esami epidemiologici sulle persone; a tal proposito Fabrizio Pregliasco dice: "Sicuramente rimane comunque la possibilità di avere dei falsi positivi. Bisogna pianificare queste analisi per verificare in un determinato contesto (personale di un ospedale o di un Comune) per evidenziare quale sia la situazione complessiva della comunità".
Sul singolo sarà necessario completare queste analisi su funzione "plurima", cioè effettuare più di un esame e l'attuazione di tale possibilità non sarebbe di certo immediata: "Non basterà il singolo esame".
I numeri dei contagi
"Attualmente c'è una sorta di confusione in merito ai numeri inerenti la diffusione dell'epidemia da coronavirus: sembra una lotteria in cui non vince nessuno", asserisce la speaker, chiedendo al virologo se davvero possano esserci dei contagiati nel nostro Paese. Pregliasco risponde che: "I modelli matematici sono aspetti teorici importanti per capire l'andamento della malattia, ma hanno una difficoltà di essere proprio vicini a quella che è la realtà". Di sicuro, secondo il virologo, i dati della mortalità sono sottostimati e questa è una cosa comune ad ogni sistema epidemiologico che segue l'andamento della malattia: "Per avere i casi reali occorrerebbe moltiplicare i numeri per dieci o forse di più, perché in alcune regioni, soprattutto nelle prime fasi dell'epidemia non è stato possibile tenere un conteggio reale".