Un uomo di 47 anni, Antonio Vena, ha ucciso la sua compagna con un colpo di fucile e si è costituito presentandosi ai carabinieri. È successo nel milanese, la notte del 19 aprile: l'omicida ha confessato di aver agito per gelosia, perché la donna voleva lasciarlo.
Tragedia a Trucazzano: uccide la sua compagna per gelosia e si costituisce
La tragedia si è consumata ad Albignano, una frazione del paese di Trucazzano, in provincia di Milano. Durante la notte, Antonio Vena si è recato presso la vicina caserma dei Carabinieri di Cassano D'Adda, confessando il reato che aveva appena commesso.
Secondo quanto riportato dall'uomo, una guardia venatoria di 47 anni, egli avrebbe tolto la vita alla sua compagna per gelosia. La vittima, Alessandra Cità, coetanea dell'omicida, lavorava come tranviera Atm sulla linea 27.
Secondo una prima ricostruzione, la donna voleva lasciare il suo compagno dopo nove anni di relazione. Il movente alla base del tragico gesto di Antonio Vena, quindi, sarebbe la gelosia così come affermato dall'uomo. Intorno alle 2 della scorsa notte, l'omicida avrebbe usato un fucile a pompa per togliere la vita alla sua compagna, mentre lei dormiva. Dopo la confessione, i carabinieri si sono recati immediatamente presso l'abitazione della donna, dove il corpo della vittima è stato ritrovato disteso sul letto.
Nella stessa abitazione è stata ritrovata anche l'arma del delitto, un fucile calibro 12 regolarmente detenuto dalla donna.
I due convivevano per la quarantena
Alessandra Cità e Antonio Vena, originari dello stesso paese in Sicilia, si conoscevano da molto tempo e si erano ritrovati a Milano, dove avevano iniziato una relazione sentimentale.
Lui lavorava a Bressanone, in provincia di Bolzano, ma raggiungeva la compagna per stare con lei durante i weekend. Nell'ultimo periodo i loro rapporti si erano incrinati e l'uomo non riusciva a sopportare la decisione di Alessandra di mettere fine alla loro relazione. Da fonti giudiziarie si è appreso che, a causa dell'emergenza sanitaria del coronavirus, la coppia conviveva da circa due settimane presso l'abitazione della donna.
Nonostante le sue intenzioni di lasciarlo, Alessandra aveva accettato di ospitare Antonio Vena per questo periodo, vista anche la chiusura dell'azienda per cui l'uomo lavorava. Nessuno dei due risultava contagiato.
Il pm Giovanni Tarzia e i procuratori aggiunti di Milano, Letizia Mannella e Laura Pedio, coordinano le indagini per fare luce sulla triste vicenda. Dopo l'interrogatorio, il reo confesso è stato trasferito presso il carcere di San Vittore e dovrà rispondere all'accusa di omicidio.