Un intervento destinato a far discutere, anche e soprattutto dal punto di vista politico, ma Gino Strada non usa mezze misure nel cercare responsabilità precise nell'ambito dell'attuale emergenza sanitaria in Italia. Se quanto accaduto era inaspettato per tutti, cosa che trova pienamente d'accordo il fondatore di Emergency, dal suo punto di vista sono stati commessi gravi errori nella gestione della situazione e le maggiori colpe sono soprattutto sanitarie. Gino Strada è stato ospite in video conferenza di 'Propaganda Live' nella puntata andata in onda il 10 aprile su La7.

'C'è chi pensa a scavare il proprio orticello politico dinanzi a migliaia di morti'

Il collegamento con Gino Strada arriva immediatamente dopo le immagini di New York che hanno fatto il giro del mondo, quelle delle 'fosse comuni' in cui vengono sepolti, si presume, persone che non hanno mezzi economici per garantire una degna tumulazione. Il conduttore Diego Bianchi ha chiesto un commento al fondatore di Emergency definendo quanto visto 'immagini di guerra anche se non siamo in guerra'. "Sono immagini raccapriccianti e molto preoccupanti - è la risposta di Gino Strada - e ci troviamo davvero in una situazione di emergenza inaspettata, nessuno credo se la immaginava così, sono stati fatti molti errori anche in Italia.

Forse è ora, non solo di rimediare a questi errori dando a tutti le responsabilità che hanno, ma anche di ripensare a un mondo diverso, più solidale, un mondo più comunità. Vedo che in questi giorni, e per me è incredibile, c'è chi pensa al proprio orticello politico e a scavarsi nicchie di notorietà e la cosa è molto triste dinanzi a migliaia di morti".

'Gente lasciata morire, moralmente prima che giuridicamente, è un crimine'

Gino Strada ha citato 'errori che sono stati commessi anche in Italia' ed è qui che il conduttore gli chiede di individuarli. "Da medico - risponde - credo che il primo errore sia stato non tanto quello di sottovalutare la situazione perché era obiettivamente inaspettata per tutti noi, ma c'è stato quello di non proteggere gli ospedali.

Gli ospedali sono il luogo dove i cittadini possono vincere le malattie, se un ospedale si infetta diventa fonte di sviluppo e ampliamento della malattia e non è più in grado di curare nessun paziente". Strada cita in proposito l'ospedale di Alzano Lombardo e qui punta il dito sulla gestione della sanità in Lombardia. "La Lombardia ha avuto circa la metà dei morti italiani e i morti italiani sono il 25 % dei morti nel mondo. Non ci si può esimere dal fare una riflessione su chi ha gestito la sanità in Lombardia negli ultimi 20 anni, perché gli stessi che l'hanno gestita oggi cercano di apparire come salvatori, come gente che ha la situazione in mano. Gente che ha devastato la sanità italiana, altro che modello Lombardia.

I pazienti sono stati lasciati morire nelle case di riposo senza nessuna umanità, pietà o interesse e tutto questo è moralmente, prima ancora che giuridicamente, un crimine"

'Più facile aprire una cardiochirurgia in Sudan che un posto letto in Italia'

Il personale sanitario di Emergency è attualmente impegnato, tra le altre cose, nella gestione della terapia intensiva di nuova costruzione a Bergamo e, in proposito, sono state mostrate alcune immagini. "Il reparto è già operativo anche se con molte difficoltà burocratiche. Da queste emergenza ho capito che è più facile aprire una cardiochirurgia in Sudan che un posto letto in Italia. In Italia la difficoltà è in parte burocratica e soprattutto Politica e questo mi spiace molto, da medico e cittadino italiano.

Detto questo, abbiamo la massima collaborazione con i medici dell'ospedale di Bergamo, stiamo lavorando bene e facendo altre cose come consegnare spesa e medicinali a persone che non possono procurarsele da soli. Stiamo dando una mano come tanti stanno facendo in Italia in questo momento. A me piacciono questi 'tanti' invece di quei pochi che continuano a 'strillare contro' solo per i propri interessi: c'è chi vuole proporre leggi ed emendamenti che tolgano ogni responsabilità ai dirigenti degli ospedali. Io vedo la Lombardia e la Lombardia vede i suoi ospedali lottizzati in un modo che perfino la camorra sarebbe stata in difficoltà a farlo in maniera così estesa e puntuale. Spero che da questa cosa se ne esca con i cittadini che aprano gli occhi sulla realtà, al di là di tutta la propaganda politica che in questo momento trovo nauseante".

Ottimista per 'il dopo'

Diego Bianchi ha chiesto infine a Gino Strada come vede 'il dopo', quella che sarà la ricostruzione del Paese anche e soprattutto dal punto di vista economico. "Sono molto ottimista - è la risposta - perché vedo che in Italia, nonostante tutte le polemiche, si sta sviluppando un'enorme solidarietà e spero che questo sia un nuovo virus che vada a contagiare tutta l'Europa. Spero che la gente capisce che siamo tutti sulla stessa barca, siamo tutti una comunità e possiamo uscire fuori insieme da questa tragedia senza escludere nessuno. Le restrizioni pesano a tutti, ma credo si stia facendo strada l'idea che siano utili a tutti ed a me questa cosa di pensare al tutti, invece che al proprio particolare, mi dà fiducia.