Il 31 marzo scorso, l'ambasciata italiana in Corea del Sud con sede nella capitale a Seoul, ha fatto innalzare a mezz'asta la bandiera italiana accanto a quella dell'Unione Europea in segno di lutto. Quello del distaccamento italiano in Corea è stato un gesto sentito, studiato per rendere omaggio a tutte le vittime della pandemia da Coronavirus e per esprimere la propria vicinanza alle famiglie che non hanno potuto porgere l'ultimo saluto ai propri cari. Come noto infatti, il carattere pandemico dei decessi in combinato al divieto di celebrare funerali in questa fase, ha praticamente impedito a tutti i familiari delle vittime di rendere i dovuti omaggi alle spoglie mortali dei propri parenti.
Una campagna di donazioni dalla Corea per l'Italia
La notizia delle bandiere issate a mezz'asta per onorare le vittime italiane del Covid-19 è stata resa nota direttamente dalla pagina Facebook dell'Ambasciata d'Italia in Corea con un post accompagnato proprio da uno scatto dei due vessilli, quello italiano e quello dell'UE. Da sempre le due nazioni sono fortemente legate da accordi economici, ma anche da amicizia e rispetto reciproci. La commemorazione dei giorni scorsi non è che l'ennesima prova di ciò.
Inoltre, sia sull'account social che sul sito ufficiale dell'ambasciata, è stata promossa una campagna di donazioni dalla Corea verso l'Italia che sembra proseguire con grande successo.
Sul sito dell'ambasciata si legge che le donazioni in won (la moneta coreana) per l'emergenza Covid-19 possono essere effettuate su un conto bancario istituito appositamente presso la KEB hana Bank, che consente a qualunque residente della Repubblica di Corea di inviare aiuti economici allo Stato italiano.
La solidarietà dei coreani nei confronti dell'Italia
In queste settimane difficili, i sudcoreani hanno dimostrato il loro affetto nei confronti dell'Italia in numerose altre occasioni. Una studentessa della scuola superiore Hanyang University, per esempio, ha donato all’Ambasciata un prezioso vaso di fiori accompagnato da una commovente lettera dedicata alle vittime italiane del virus.
Il suo messaggio contiene parole d'incoraggiamento che i rappresentanti della delegazione hanno mostrato di condividere pienamente: "Questa terribile malattia non ha nazionalità e dobbiamo unire le nostre forze per sconfiggerla". Anche in questo caso ogni ringraziamento è stato affidato alla pagina Facebook istituzionale.
Gli italiani in Corea del Sud
Secondo l'AIRE, il registro degli italiani che vivono all'estero, nel 2017 il numero dei nostri connazionali residenti in Corea del Sud per studio o lavoro si aggirava intorno alle 500 unità, cifra che probabilmente ha subito un'ulteriore impennata negli ultimi anni, dato l'aumento dell'interesse della nostra nazione nei confronti del paese asiatico.
Tutti coloro che hanno la necessità di recarsi in Corea sono invitati ad attenersi alle misure speciali che il governo sudcoreano ha previsto per tutti gli ingressi nel proprio Paese. Le regole sono descritte in modo chiaro ed esauriente sul sito dell'Ambasciata e prevedono la quarantena obbligatoria di 14 giorni per tutti i visitatori, a prescindere dalla loro provenienza e nazionalità.
Inoltre, i nuovi arrivati saranno sottoposti al monitoraggio attivo da parte delle autorità mediante un'applicazione, la Self-Quarantine Safety and Protection App, che tutti i visitatori dovranno installare obbligatoriamente sui propri dispositivi telefonici nel momento stesso in cui mettono piede nel Paese.
La Corea del Sud, quindi, continua a dimostrarsi molto prudente nei confronti di un nemico invisibile e temibile: le politiche adottate nei giorni scorsi per fronteggiare l'emergenza sanitaria si sono rivelate tra le più efficaci nel panorama mondiale.
A riprova di ciò un recente studio che ha infatti dimostrato come la Corea del Sud possa essere definita la nazione che ha ottenuto i migliori risultati nella lotta contro il coronavirus.
Alla base del modello vincente ci sarebbe non soltanto la decisione di effettuare dei test a tappeto ma anche l'utilizzo della suddetta app che consentirebbe un maggiore controllo e un'efficiente e rapido monitoraggio dei dati a disposizione delle autorità governative.