In Cina si starebbero verificando dei casi di epatite E su alcuni pazienti e al momento non si sa come possa essere avvenuto quest'eventuale passaggio dagli animali agli esseri umani. La notizia è stata diffusa dalla Cnn dopo l'undicesimo presunto caso riguardante un uomo di 61 anni di Hong Kong, che alla fine di aprile sarebbe risultato positivo a questa forma di epatite che finora si pensava potesse infettare soltanto i topi.

Dopo il "paziente zero" risalente al 2018, si sarebbero verificati altri dieci casi che avrebbero mostrato i sintomi della malattia: febbre, itterizia e ingrossamento del fegato.

Il microbiologo Siddharth Sridhar (che ha preso parte alla ricerca dell'Università di Honk Kong sul presunto salto di specie) sostiene che potrebbero esserci "centinaia di persone non diagnosticate infette".

La Cnn diffonde la notizia dell'aumento a Hong Kong dei casi di epatite E

La Cnn americana ha riportato che gli scienziati dell'Università di Hong Kong stanno analizzando i casi di epatite E verificatisi in Cina fino alla scorsa settimana. Siddharth Sridhar, ricercatore appartenente al team di esperti che sta effettuando gli studi, ha sottolineato che finora non è stato possibile comprendere con quali modalità possa essere avvenuto il contagio.

Si teme un salto di specie, ma al momento mancherebbe l'anello di congiunzione che avrebbe consentito il passaggio dal topo all'uomo.

Secondo l'Oms, la trasmissione del ceppo umano dell'epatite E avviene di solito attraverso l'acqua contaminata e non tramite il consumo di carne animale.

Per quanto riguarda il ceppo del virus che avrebbe fatto il salto di specie, per adesso non è ancora chiaro come possano essere avvenuti gli ultimi contagi. Inoltre l'ultimo paziente non sarebbe venuto a contatto con i ratti né con fonti idriche infette, e non avrebbe intrapreso nemmeno dei viaggi che avrebbero potuto esporlo al contagio.

Epatite E: gli scienziati ipotizzano il salto di specie dai ratti all'uomo

Il primo presunto caso di positività all'epatite E risalirebbe al 2018: allora gli studiosi avevano pensato che potesse essersi trattato di un episodio isolato. Adesso, però, dopo l'ultimo presunto contagio avvenuto circa una settimana fa, è sorta la necessità di capire cosa potrebbe essere accaduto realmente e se davvero siamo di fronte ad un salto di specie.

Inoltre, si starebbe cercando di capire il tempo di incubazione del virus.

Finora ad Hong Kong sarebbero stati diagnosticati undici casi, mentre nel resto del mondo solo un uomo canadese avrebbe manifestato i sintomi dell'epatite E, dopo aver fatto un viaggio in Africa. Al momento, le due soluzioni proposte per evitare un'eventuale diffusione del virus sarebbero: la derattizzazione della città e il ricorso ad alcuni accorgimenti da mettere in pratica personalmente.

Si consiglia, infatti, di lavarsi bene le mani prima di mangiare, di conservare gli alimenti in frigo e di igienizzare scrupolosamente gli ambienti.