Il 9 Maggio 1978 fu una data che segnò negativamente l’Italia di quell’epoca: infatti quel giorno non solo Peppino Impastato fu ucciso dalle mani della mafia, ma venne rinvenuto anche il corpo oramai privo di vita di Aldo Moro.

Il giornalista di Cinisi aveva dedicato tutta la sua vita nella lotta contro la mafia, la sua azione era volta principalmente a contrastare i soprusi del boss Gaetano Badalamenti, il quale conosceva molto bene poiché viveva a due passi dalla sua abitazione, dunque era testimone oculare delle sue malefatte. Fu un omicidio a cui l’opinione pubblica non diede molto peso poiché, come detto, l’intero paese era sconvolto dalla vicenda Moro ed Impastato.

Dopo qualche anno, grazie alle indagini e ai materiali pervenutici da Impastato stesso, il giornalista ebbe giustizia e Badalamenti fu condannato per omicidio colposo.

L’omaggio della politica a Peppino Impastato

Nella giornata di oggi 9 maggio non sono mancati i messaggi di commemorazione da parte della Politica. Il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra ha voluto ricordare Impastato condividendo il proprio pensiero sulla sua pagina Facebook, sottolineando come ricordare significa anche non sottrarsi al dolore della memoria. Il senatore ha voluto sottolineare l’importanza dello studio, sostenendo che se Peppino Impastato è ricordato come uno dei pochi rivoluzionari italiani, questo lo si deve alla sua voglia di conoscenza.

Gli è bastata una “semplice” laurea in Filosofia per dare fastidio a pezzi grossi della mafia. Grazie ai suoi studi ha potuto fornire analisi lucide sostenendo quanto Cosa Nostra sia disumana e antidemocratica.

Anche il senatore di Liberi e Uguali, Piero Grasso, ha affiancato al ricordo di Aldo Moro un pensiero per Peppino Impastato.

L’ex magistrato ha voluto sottolineare la crudeltà che ha caratterizzato l’offensiva terroristica nei confronti dello Stato. Nel 2007 si è deciso di dedicare questa giornata insieme a Moro ricordando tutte le vittime della cattiveria del terrorismo. Grasso ricorda, inoltre, come la figura di Impastato fu infangata: tentarono infatti di farlo passare come terrorista, ma Peppino in realtà era un ottimo giornalista che utilizzava l’ ironia per svelare i traffici illeciti di boss e politici.

Era un vero un militante di sinistra, un siciliano Doc, un sognatore che non desiderava altro che la sua terra fosse libera dalla mafia.

Queste vite sacrificate e i fatti ricordati sono storie di libertà e di amore per il proprio paese natio. Sono storie che ci sottolineano che i valori alla base della nostra democrazia sono gli unici che devono guidare la nostra azione.

L’omaggio della CGIL e di Libera

Anche la CGIL di Palermo ha voluto dedicare un pensiero a Peppino Impastato. Il segretario generale Enzo Campo ricorda la storia di denuncia e di coraggio di Peppino e ha voluto sottolineare come in tutti questi anni, assieme a Giovanni, fratello di Peppino, la CGIL ha partecipato ai cortei organizzati per manifestare l’impegno in difesa dei lavoratori.

L’associazione Libera ha voluto ricordare Peppino Impastato attraverso le parole del suo presidente, don Luigi Ciotti, il quale ha dichiarato come Peppino è diventato, soprattutto per le nuove generazioni, simbolo di una lotta contro le mafie, la corruzione, le ingiustizie che caratterizzano la società. Grazie alla sua azione ha donato speranza ai giovani d’oggi, insegnando loro che alla violenza non bisogna rispondere con altra violenza bensì con la satira. Questa scelta all’epoca non fu compresa, anche perché le persone erano abituate alla violenza disumana di coloro che venivano considerati "uomini d'onore", quindi non utilizzare la violenza come arma di difesa era pressoché impossibile. Il nome di Impastato è associato alla libertà e alla speranza: libertà di agire secondo giustizia e speranza per un mondo migliore.