Secondo i magistrati di due distretti antimafia calabresi, la 'ndrangheta riuscirebbe a fatturare diversi miliardi di euro ogni anno. E probabilmente è riuscita a 'mettere le mani' anche sul reddito di cittadinanza: secondo la Guardia di finanza, infatti, 101 'ndranghetisti avrebbero percepito indebitamente il sussidio.
La famiglia del 'Pablo Escobar italiano' nel mirino degli inquirenti
Tra i boss denunciati alle autorità nell'ambito dell'operazione 'Mala Civitas' c'è anche un figlio di Roberto Pannunzi, chiamato 'Bebè', definito dagli investigatori italiani e americani quale uno dei maggiori broker mondiali di cocaina.
Pannunzi fa parte della 'ndrangheta calabrese e uno dei suoi vanti più annoverati è quello di pesare il denaro anziché contarlo. Tra i suoi figli, Alessandro, il più grande, oltre ad essersi sposato con la figlia di un rinomato produttore mondiale di coca, ha avuto anche diverse condanne definitive per aver introdotto quintali di droga nel nostro Paese. Ciò nonostante, il figlio di Pannunzi percepiva il reddito di cittadinanza: il sussidio erogato dall'Inps in favore delle famiglie indigenti. Ovviamente, l'erogazione del reddito di cittadinanza in loro favore ora è stata sospesa.
Le indagini della Gdf
I finanzieri hanno individuato inizialmente 500 individui, con condanne ed accuse inerenti alla mafia, e sono poi arrivati ad identificare 101 soggetti che tra loro hanno percepito il sussidio pur non avendone diritto.
Questo è accaduto a Reggio Calabria, Vibo Valentia, Locri, Palmi e Verbania e tutti i soggetti coinvolti sono stati segnalati all'Inps per revocare i benefici ottenuti, con il conseguente recupero degli importi erogati, pari a circa 516 mila euro.
Le polemiche sull'accaduto
La questione ha innescato degli scontri nel mondo della Politica.
Il leader della Lega, Matteo Salvini ha dichiarato: "La 'ndrangheta è stata pagata con i soldi del reddito di cittadinanza. Noi vogliamo uno Stato e una Calabria pulite". D'accordo con lui, la deputata di Forza Italia, Mariastella Gelmini, che ha asserito: "A 101 mafiosi va il sussidio, mentre ai lavoratori e alle aziende oneste non è stato riconosciuto alcun aiuto.
È la doppia morale 5 Stelle".
La parlamentare Federica Dieni ha ringraziato la Guardia di finanza per l'operazione e ha detto in merito: "Questo è a dimostrazione del fatto che l'avidità della mafia non ha limiti". Gli esponenti alla Camera di Cambiamo!, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte, Stefano Benigni, Giorgio Silli e Manuela Gagliardi, sono sulla stessa linea d'onda: "Il reddito di cittadinanza è finito nelle mani di ogni genere di malvivente, compresi i boss della 'ndrangheta".