Riforma della filiera agricola, varo di un piano nazionale emergenza lavoro e cambio delle politiche migratorie. Sono le richieste messe sul tappeto da Aboubakar Soumahoro nei confronti del governo Conte, il sindacalista si è incatenato a Villa Pamphilj dove si tengono gli Stati Generali annunciando lo sciopero della fame. "Non lasciateci soli in questa battaglia" è il suo appello su Facebook.

Sindacalista dalla parte dei 'senza voce'

Pochi lo conoscevano prima della sua partecipazione al programma "Che tempo che fa", ma oggi il suo nome nei telegiornali nazionali risulta familiare per i tanti giovani che rappresentano il futuro di questo paese.

Ma chi è Aboubakar Soumahoro? È importante conoscere la sua storia e il suo percorso per sapere di più su un uomo che sta diventando un punto di riferimento dei 'senza voce' in una realtà sempre più multietnica e variegata come quella italiana. Originario della Costa d'Avorio, ha compreso fin da bambino che gli unici mezzi per emanciparsi sarebbero stati l'istruzione e il lavoro. Così, con la maturità di un giovane ragazzo costretto a lucidare scarpe per mantenersi agli studi, decise di fare quello che molti suoi connazionali fecero e fanno tutt'oggi, non tutti con fortuna: emigrare.

All'età di 19 anni arriva in Italia per costruirsi un futuro migliore e, con la sua determinazione, si laurea a Napoli in Sociologia all'Università Federico II.

La tesi, che già preannunciava il suo impegno sociale di li a poco era: "Analisi sociale del mercato del lavoro. La condizione dei lavoratori migranti nel mercato del lavoro italiano: cambiamenti e persistenze". Un argomento ancora attuale, con molte persistenze e pochi cambiamenti e che lo hanno portato a schierarsi in prima fila contro l'indifferenza dei governi di ieri e di oggi e di farsi portavoce degli "invisibili".

Dalla Costa d'Avorio alla tutela dei diritti dei braccianti in Italia

Sindacalista del Coordinamento agricolo, grazie alla sua perseveranza e tenacia è riuscito a ottenere dal governo Conte l'apertura di un tavolo operativo indirizzato al contrasto del caporalato e dello sfruttamento dei migranti e non solo, in settori quali l'agricoltura, ricordando come sia gli stranieri che molti italiani abbiano la stessa sorte in queste situazioni disperate.

Le sue idee sono chiare: per sconfiggere il caporalato è necessario ridimensionare lo strapotere dei "giganti del cibo" ovvero le grandi distribuzioni organizzate.

Tante le manifestazioni organizzate negli anni e costante il suo impegno, dalla creazione della "Coalizione internazionale Sans-Papier, migranti e rifugiati" ad una marcia che nel 2012 passò sei paesi europei chiedendo libertà di circolazione per tutte le persone come succede già per le "merci". Infine, soltanto a fine maggio era sceso in protesta contro il governo per un provvedimento riguardante la regolarizzazione dei braccianti, ritenuto insufficiente.

Aboubakar Soumahoro si incatena a Villa Pamphilj: 'Il governo ascolti gli invisibili'

Mentre è in corso l'assemblea per gli Stati Generali dell'economia, si alza il grido di protesta di Aboubakar Soumahoro che chiede al governo di ascoltare chi non ha voce e ha pochi diritti per combattere contro un sistema che li ha sempre sfruttati e poco tutelati. La protesta è sempre pacifica, incatenato a Villa Pamphilj ha iniziato lo sciopero della fame che durerà finché il governo non sarà disposto ad ascoltare il grido di dolore di chi "non riesce più a respirare".

Così mentre il governo studia la fase di rilancio economico del Paese, con importanti manovre finanziarie tra cui il prolungamento della cassa d'integrazione per altre quattro settimane insieme ad altri ammortizzatori sociali, un altra piaga della nostra società aspetta di essere definitivamente risolta: quella del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nei campi che ledono i diritti dei lavoratori di ogni nazionalità.