Antonio Cianfrone è stato ucciso questa mattina, 3 giugno, a colpi di arma da fuoco. L'ex carabiniere si trovava lungo la pista ciclopedonale di Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno. Stando alle prime ricostruzioni si sarebbe trattato di un agguato da parte di una persona con un casco, fuggita in moto con un complice.
Ex carabiniere ucciso a colpi di arma da fuoco: si pensa a un agguato
L'uomo, originario di Chieti, è stato ucciso a Spinetoli, mentre si trovava sulla pista ciclopedonale che collega Pagliare a Monteprandone. Secondo le prime ricostruzioni ottenute dalle testimonianze di diverse persone presenti sul luogo della tragedia mentre facevano jogging, la vittima, Antonio Cianfrone, sarebbe stata raggiunta da tre colpi di arma da fuoco sparati da una persona con il viso coperto da un casco integrale.
Successivamente, l'omicida sarebbe fuggito a bordo di una moto guidata da un complice, mentre una delle persone presenti ha cercato di soccorrere l'uomo, ormai morto.
L'allarme alle Forze dell'Ordine è stato lanciato da una donna, ma non è ancora chiaro se abbia assistito o meno all'omicidio. L'ex carabiniere aveva avuto dei problemi con la giustizia a maggio del 2015, quando era stato arrestato su ordine del gip Giuliana Filippello. In quel periodo Antonio Cianfrone ricopriva la carica di vice comandante presso la stazione di Monsampolo di San Benedetto del Tronto ed era stato coinvolto in un'inchiesta per concussione. Insieme a lui era stato accusato anche il comandante della stazione che come Cianfone aveva respinto le accuse a suo carico.
Antonio Cianfrone sarebbe stato raggiunto da due persone in moto: l'assassino indossava il casco integrale
Il processo in merito all'inchiesta avviata nel 2015 era ancora in corso e l'ex carabiniere avrebbe dovuto rispondere anche all'accusa di aver messo in scena un finto incidente stradale per poter ricevere del denaro dall'assicurazione.
Tra gli altri reati contestati ai due militari c'è anche la presunta richiesta di soldi a commercianti per soprassedere ad alcune mancanze derivate da controlli amministrativi. All'apertura dell'inchiesta, Cianfrone era stato messo ai domiciliari e poi sospeso dal servizio.
Il procuratore capo di Ascoli Piceno, Umberto Monti, ha lanciato un appello per fare luce sul caso, invitando gli eventuali presenti sulla pista ciclopedonale a presentarsi in caserma.
"Anche se non avessero visto nulla di particolare", ha aggiunto il procuratore, "è veramente importante", sottolineando quanto le testimonianze di questo tipo siano state fondamentali per risolvere casi di cronaca come l'omicidio di Melania Rea.