Un'importante scoperta archeologica è avvenuta in Liguria, nei pressi della costa di Camogli, a circa 50 metri di profondità al largo del Promontorio del Monte di Portofino. È infatti stato ritrovato nelle scorse ore un galeone risalente al XVI secolo. A trovare il relitto sono stati due sub professionisti, i quali hanno poi effettuato diverse immersioni insieme ai carabinieri e agli esperti della Sovrintendenza delle belle arti della Liguria.

Gli studiosi adesso stanno cercando di capire di quale nave si tratti: verranno condotte delle campagne archeologiche per studiare meglio tutto il sito in cui giace il natante.

Tra le ipotesi al vaglio degli archeologi c'è quella che il relitto possa appartenere alla leggendaria nave mercantile "Santo Spirito".

La 'Santo Spirito' viene cercata fin dagli anni '70

La "Santo Spirito", che viene cercata fin dagli anni '70, affondò il 29 ottobre del 1579 proprio nel tratto di mare che va da Punta Chiappa a San Fruttuoso, non lontano quindi da dove è avvenuto il ritrovamento. A causare l'affondamento del galeone fu un fortunale. La nave stava navigando lungo la costa di Portofino, quando all'improvviso fu investita da una tempesta.

La storia racconta che alcuni membri dell'equipaggio riuscirono a salvarsi grazie all'intervento degli abitanti del posto, mentre per quanto riguarda il carico che la nave trasportava non ci sono notizie precise, in quanto si raccontano leggende tramandate solo oralmente.

Si narra addirittura che il governo spagnolo, all'epoca dell'affondamento della nave, inviò sul posto degli esperti nuotatori per estrarre dal fondo degli abissi le fortune contenute nella "Santo Spirito". Secondo quanto riferisce Il Secolo XIX si tratta di un ritrovamento molto importante in quanto il vascello è quasi integro ed è uno dei più conservati d'Italia.

Proprio il suo stato di conservazione adesso consentirà agli esperti di studiarlo in maniera approfondita.

I sub stavano provando dei veicoli subacquei

I professionisti che hanno trovato la nave hanno spiegato ai media che il ritrovamento è avvenuto in maniera fortuita. I sub stavano provando alcuni veicoli subacquei, quando dal fondale hanno visto emergere alcuni pezzi di legno di notevoli dimensioni.

Visto che già molte volte si erano imbattuti in ritrovamenti del genere non hanno esitato a comunicare alle autorità quanto visto sott'acqua. Dopo aver preso le coordinate del punto con il Gps, i sub hanno inviato tutta la documentazione alla Sovrintendenza, che ha poi confermato l'importanza della scoperta.

Il Codice dei Beni Culturali è chiaro a proposito di ritrovamenti archeologici fortuiti sia in mare che a terra: infatti chi scopre un oggetto antico deve darne immediatamente comunicazione alle forze dell'ordine nel giro di 24 ore, per evitare che altri soggetti raggiungano il posto in cerca di fortune.

Per studiare il relitto adesso ci vorranno cospicui finanziamenti, in quanto c'è bisogno di attrezzature particolari: i sub infatti non possono operare per molto tempo alla profondità a cui si trova la nave a causa della forte pressione dell'acqua.