I dati quotidiani sul Coronavirus raccontano che, al momento, la fase più acuta dell'emergenza sanitaria in Italia sarebbe alle spalle. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, con le dichiarazioni rilasciate alla stampa russa da Hans Kluge, direttore generale per l'Europa dell'Oms, invitano tuttavia a lavorare affinché si creino le condizioni per rispondere al meglio delle possibilità ad un eventuale autunno difficile dal punto di vista di una eventuale ripresa dei contagi. il funzionario Oms ha fornito alla stampa russa anche qualche dato sottolineando che "la regione europea" registra a livello globale il 31% dei casi di Covid-19 e il 43% dei decessi.

Kluge parla di sistemi di tracciamento necessari

Kluge, direttore generale Oms per l'Europa, ha messo in evidenza come il coronavirus resti un fenomeno ancora attivo in molte parti del mondo. Questa che stiamo vivendo, a suo avviso, rappresenta una fase cruciale. È quella della ripartenza dopo il lockdown nel corso della quale c'è il tempo per lavorare su alcuni aspetti. Proprio in ragione del ripristino della normalità, seppur condizionata dalle regole di contenimento, le contingenze avrebbero messo in rilievo la necessità di un sistema di monitoraggio, test e tracciabilità che possa essere il più efficace possibile. Una condizione che potrebbe scongiurare l'ipotesi che in un futuro possano essere necessarie nuovamente grandi restrizioni in caso di una nuova crescita esponenziale del fenomeno epidemico.

Il direttore regionale per l'Europa dell'Oms sottolinea, come nelle ultime settimane, siano arrivati dei segnali rispetto alla possibilità che possano arrivare nuove contagi. "La riaperture delle scuole - ha sottolineato - ha provato in alcuni Paesi aumenti locali del numero dei casi. Dobbiamo essere diligenti e allentare le restrizioni con cura".

Seconda ondata non esclusa per l'autunno

Secondo Kluge il mondo e l'Europa non sono ancora fuori dal tunnel del coronavirus. Oggi si starebbero, perciò, raccogliendo i frutti del lockdown e questa sarebbe una fase dove in cui l'imperativo dovrebbe essere quello di prepararsi ad ogni evenienza. Il riferimento riguarda una possibile seconda forte ondata epidemica. "Ciò - specifica Kluge - significa sperare nel meglio, ma prepararsi al peggio.

La nostra priorità è prepararci per l'autunno". Il funzionario Oms ha segnalato inoltre che, nell'ultimo mese, è triplicato il numero delle nazioni europee che hanno palesato un significativo incremento dell'incidenza del virus. Sono, infatti, passati da sei a 21.