Ha lottato una settimana per restare in vita, ma alla fine non ce l’ha fatta. La piccola Mame era in coma dallo scorso 12 giugno, dopo il tragico volo di 12 metri dal terzo piano di un palazzo in via Rondissone a Torino, verificatosi nel corso di un incendio. La bimba di otto mesi era tra le braccia della madre Ndolle Sene, una senegalese di 34 anni, al momento dell’incidente. Con ogni probabilità la donna ha deciso di lanciarsi nel vuoto per sfuggire al fumo denso del rogo, divampato nel vano ascensore del condominio, una struttura antiquata interamente in legno.
In pochi minuti, forse anche perché la porta d’ingresso era stata lasciata aperta, l’abitazione della famiglia della piccola era stata completamente invasa dalle esalazioni che avevano reso completamente irrespirabile l’aria. La donna, a differenza degli altri inquilini della palazzina, non è riuscita ad arrivare fino al pianerottolo ed allora ha cercato rifugio sul balcone.
Le condizioni della madre di Mame sono stabili
Gli attimi precedenti la tragedia sono stati terribili: siccome l’aria era ormai diventata irrespirabile, la 34enne è salita sul parapetto della propria abitazione e si è lasciata cadere nel vuoto, stringendo tra le braccia la piccola Mame, nonostante tutti i vicini che hanno assistito alla scena la stessero scongiurando di non gettarsi.
L’impatto con il suolo è stato drammatico: i medici hanno riscontrato per Ndolle uno pneumotorace, fratture multiple al bacino, oltre che agli arti inferiori. È stata trasportata d’urgenza all’ospedale San Giovanni Bosco, dove è finita sotto i ferri diverse volte: la donna al momento è cosciente. Le sue condizioni si sarebbero stabilizzate, ma il quadro clinico resta sempre molto serio, con prognosi riservata.
Inoltre, nelle prossime ore, dovrebbe subire l’ennesimo intervento, per tentare di stabilizzare la colonna vertebrale.
Le condizioni di Mame sono apparse da subito molto critiche
Contrariamente alle prime notizie rassicuranti su Mame, apparse sui giornali, le condizioni della bambina sono sembrate subito molto gravi. La piccola è stata affidata alle cure del personale del Regina Margherita: negli ultimi giorni il quadro clinico si è ulteriormente aggravato, tanto che nel pomeriggio di venerdì 19 la bimba è deceduta nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico.
Secondo quanto afferma il Corriere della Sera, nelle ore successive al ricovero presso il pronto soccorso, Mame ha subito un arresto cardiaco: in quei concitati minuti i medici hanno provato ancora una volta a rianimarla. A otto mesi è stata sottoposta a un delicato intervento neurochirurgico, che però non sembra aver prodotto gli effetti sperati: non è più riuscita a riprendere conoscenza, tanto che da diversi giorni i medici avevano perso ogni speranza che la piccola potesse salvarsi.
Le ricostruzioni della polizia sulla tragica fine di Mame
La polizia indaga per ricostruire quanto accaduto quel venerdì pomeriggio: la donna si sarebbe gettata dal balcone del terzo piano con la figlia per sfuggire all’incendio scoppiato nel vano dell’ascensore.
Tuttavia alcune testimonianze hanno portato a verificare un’altra ipotesi: Ndolle forse stava provando semplicemente a scavalcare il terrazzino con l’intenzione di mettersi in salvo su quello dell’appartamento confinante. Nel frattempo gli inquirenti stanno cercando di individuare le cause del rogo: a quanto pare l'ascensore dal quale è partito l’incendio era stato sottoposto alla manutenzione di recente. Al momento non si esclude l’ipotesi di un cortocircuito che avrebbe scatenato le fiamme.