Di fronte alle proteste che stanno sconvolgendo gli Stati Uniti, il presidente Usa Donald Trump prosegue per la sua strada e, nella serata di lunedì primo giugno, ha annunciato che, se i governatori non prenderanno i provvedimenti adeguati per fermare gli scontri, mobiliterà l'esercito federale per "fermare i disordini e l'illegalità". Il presidente degli Stati Uniti, parlando alla nazione, ha giustificato la possibile decisione con la necessità di evitare che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi Antifa.

Trump ha inoltre accusato molti sindaci e governatori di non aver preso le misure necessarie per salvaguardare i cittadini e ha aggiunto: "Questa non è una protesta. Questo è terrorismo interno".

Trump mostra la Bibbia

Al termine del suo discorso alla Nazione, Donald Trump ha lasciato la Casa Bianca per raggiungere la vicina St. John's Episcopal Church. Qui il presidente Usa si è fatto fotografare con il braccio destro alzato e una Bibbia nella mano.

A Washington D.C. centinaia di manifestanti hanno sfidato il coprifuoco e hanno continuato a manifestare davanti alla Casa Bianca. La polizia ha risposto con decine di arresti e l'utilizzo di spray urticanti.

La reazione della chiesa episcopale

Intanto è arrivata la reazione della chiesa episcopale dopo la foto di Trump con la Bibbia.

La vescova di Washington, Mariann Edgar Buddle, si è detta indignata per l'utilizzo politico della fede e ha dichiarato alla CNN e al Washington Post che "il nostro messaggio è antitetico a quello del presidente". Mariann Buddle, che ricopre la carica di vescovo della città dal 2011 dopo 18 anni a Minneapolis, si era già lamentata nei mesi scorsi della retorica incendiaria del presidente statunitense.

Sempre nella notte tra lunedì e martedì, a Chicago sono stati arrestati 60 manifestanti e due persone sono rimaste uccise durante gli scontri con gli agenti di polizia.

Saccheggi a New York

A New York sono stati presi d'assalto e vandalizzati i quartieri più celebri di Manhattan. I negozi, attualmente chiusi per il lockdown, sono stati distrutti e razziati nonostante il coprifuoco proclamato dal governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo.

In realtà il coprifuoco, scattato alle 23, è servito a poco. A quell'ora i maggiori danni erano già stati fatti. Per questo motivo Cuomo ha deciso di anticipare il coprifuoco alle 20 come in altre decine di città americane.

Hollywood si unisce alle proteste

Dopo la provocazione di Don Lemon, anchorman della Cnn, che si era chiesto "Che succede a Hollywood? Stranamente zitta", le star dello spettacolo sono scese in piazza. Jamie Foxx si è unito alle marce a Minneapolis. Intanto il mondo della musica si ferma per 24 ore con un blackout di solidarietà a cui hanno aderito la Warner, Sony, Columbia e Universal.