Un’orribile scoperta quella portata a termine dai carabinieri del nucleo investigativo di Siena con la collaborazione della Procura dei Minori di Firenze a fronte dell’operazione “Delirio”, iniziata nell’ottobre scorso. In una realtà alternativa, quella del deep web, venivano commissionate violenze, abusi sessuali e torture di qualsiasi genere ai danni di bambini, il tutto si svolgeva rigorosamente in diretta. Le forze dell’ordine sono riuscite a risalire a un ragazzo e una ragazza, entrambi minorenni, denunciati per pedopornografia e istigazione a delinquere.

I due erano ex compagni di scuola, entrambi residenti in Piemonte. Il fenomeno si era ramificato in tutt’Italia e l’inchiesta era arrivata a registrare 25 indagati, tra cui 19 minorenni, provenienti da ben 13 province italiane. Erano stati accusati tutti di diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico e istigazione a delinquere.

Sevizie a pagamento su minori, si arrivava anche alle amputazioni

I due ragazzi erano riusciti ad entrare nel deep web e mediante pagamento in criptovalute avevano accesso a decine di siti nascosti in cui si consumavano violenze sessuali e torture in diretta ai danni di minori. Gli spettatori potevano addirittura interagire con gli autori delle sevizie per richiedere particolari pratiche e fare richieste che, secondo quanto raccolto dai carabinieri, erano terribili e arrivavano anche alle amputazioni.

I luoghi in cui venivano commesse queste atrocità venivano denominate “red rooms” e secondo le indagini sarebbero ubicate verosimilmente nel Sud Est asiatico. Il tutto è stato scoperto tramite delle perquisizioni con sequestro di cellulari, pc, tablet, usb e memorie esterne.

In molti casi i bambini venivano torturati fino alla morte.

Per assistere ai servizi bisognava pagare un prezzo, diverso a seconda di cosa veniva offerto. Si pagava meno per guardare video registrati e non in diretta, al contrario, per assistere a delle sevizie in live che comportavano anche la morte del bambino i costi erano assai maggiori. Si poteva anche interagire e chiedere, ad esempio, l’amputazione di un braccio o di versare olio bollente sul corpo del malcapitato.

L'operazione Delirio è partita nell'ottobre del 2019

L’operazione denominata “Delirio” risale all’ottobre dell’anno scorso. In particolare, l’indagine aveva svelato l’esistenza di una chat chiamata “The Shoah Party” popolata da minorenni dislocati in tutt’Italia. Il tutto è stato scoperto grazie alla denuncia di una mamma che ha fatto poi scattare decine di perquisizioni e interrogatori, grazie ai quali le forze dell’ordine sono arrivate all’orribile scoperta. Le indagini, poi, sono proseguite e hanno permesso di risalire all’oscura realtà del deep web e a tutto ciò che era collegato. Analizzando le chat dei due 17enni incriminati sono venute alla luce le loro dirette esperienze, in particolare nelle red room, le stanze dell’orrore.